Un mandato «vale» mezzo milione

In cinque anni un consigliere semplice arriva a incassare 540 mila euro


Ubaldo Cordellini


TRENTO. E' vero. Di recente i consiglieri provinciali si sono ridotti i privilegi. Però è anche vero che essere eletti equivale a vincere al Superenalotto. O quasi. Cinque anni in consiglio valgono almeno 540 mila euro considerando l'indennità netta, l'indennità di fine mandato e il fondo pensione accumulato. In cinque anni, un eletto intasca quanto un operaio guadagna in vent'anni.

Insomma, anche con un solo mandato, un consigliere può migliorare sensibilmente la sua vita, dal punto di vista economico. Con oltre mezzo milione di euro netti si possono fare molte cose. Questo, senza considerare che un consigliere provinciale continua a versare i contributi figurativi per il suo lavoro originario e quindi continua a versare per avere la pensione. Certo, se si pensa a quanto prendevano i consiglieri fino alla scorsa legislatura, i politici in carica sono decisamente sfortunati, ma sempre privilegiati.

Ma andiamo a fare i conti nel dettaglio. L'indennità mensile lorda di un consigliere provinciale ammonta a 10.862 euro. A questi vanno aggiunti i 3.497 euro netti della diaria che, in quanto rimborso a forfait non viene tassata. Il netto in busta paga è di 6.400 euro al mese. Moltiplicando questa somma per i 60 mesi del mandato, si arriva a un netto di 384 mila euro. Già così ci sarebbe da essere soddisfatti, ma non finisce qui. Innanzitutto c'è la trattenuta di 1.086 euro netti che andranno a formare il Tfr da prendere a fine legislatura. In tutto circa 65 mila euro netti che ogni consigliere si intasca ogni cinque anni. Siamo già a quota 449 mila euro netti. Ma non basta. Alla voce previdenza in ogni busta paga dei consiglieri c'è una voce che vale 3.258 euro al mese. Si tratta del 30 per cento dell'indennità che ogni consigliere versa al Fondo integrativo di previdenza. I soldi, poi, potranno essere ritirati a fine mandato. Si tratta di 195 mila euro più gli interessi che vengono corrisposti in base al profilo dell'investimento. Il consigliere può scegliere se ritirare la somma subito dopo il mandato e in questo caso ci paga le tasse, oppure se lasciarla a maturare fino a 65 anni.

Fatti i conti, il singolo consigliere provinciale si intasca circa 540 mila euro. Questo senza considerare i rimborsi spese, la tessera gratis dell'A22 e i soldi per l'attività politica che finiscono ai gruppi. Il Consiglio, tra l'altro, fornisce anche tutta una serie di fondi per approfondire gli studi delle proposte legislative e per il lavoro dell'aula.

Se l'eletto poi diventa assessore ha diritto a una maggiorazione. Il presidente della giunta provinciale prende il 50 per cento in più di un consigliere, gli 8 assessori, il vice prende come gli altri, invece, il 30 per cento in più. A Bolzano, il presidente, Luis Durnwalder, arriva al 90 per cento in più e gli assessori al 50 per cento.

Insomma, essere eletti in Consiglio è anche un affare economico. Non c'è più il vitalizio, che pure ha reso ai consiglieri centinaia di migliaia di euro, se non milioni da solo. Basta pensare che, secondo i calcoli della stessa Regione, gli ex consiglieri hanno versato in media il 18 per cento di quanto ricevono come vitalizio. Sono in molti a superare il milione di euro di trattamento pensionistico. Una cifra enorme se si pensa che molti di questi ex consiglieri hanno al loro attivo anche almeno un'altra pensione. Poi, ci sono anche i fortunati che cumulano al vitalizio da consigliere quello da parlamentare, oltre alla pensione. C'è chi prende oltre 10 mila euro al mese solo di vitalizi.

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