Trento Rise, licenziati sette indagati

La Procura ha chiuso la seconda tranche dell’inchiesta e ha inviato gli avvisi di conclusione ai dipendenti del Consorzio


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. E’ un vaso di Pandora l’inchiesta sui rapporti tra Trento Rise e la società di consulenza Deloitte. La Procura ha appena chiuso la seconda tranche dell’inchiesta. Il giorno della vigilia di Natale sono arrivati gli avvisi di conclusione delle indagini a sette dipendenti del consorzio di ricerca. Nei confronti delle stesse persone sono state avviate le procedure di licenziamento per giusta causa, per rottura del rapporto di fiducia. Il licenziamento, infatti, arriva dopo che l’inchiesta penale ha portato alla luce gravi elementi nei loro confronti. Ovviamente, siamo ancora nella fase delle indagini preliminari e le ipotesi formulate dalla Procura della Repubblica (le indagini sono coordinate dal procuratore Giuseppe Amato e dai pm Pasquale Profiti e Alessia Silvi)devono passare il vaglio del giudice.

L’ipotesi dell’accusa è che i sette funzionari abbiano favorito la Deloitte consulting nell’assegnazione dell’ormai famigerata maxiconsulenza da 7 milioni e 474 mila euro finalizzata alla programmazione dei fondi europei destinati alla Provincia di Trento. La consulenza venne assegnata con la formula del pcp, sigla che sta per pre-commercial procurement. Si tratta di una modalità di assegnare appalti in materie innovative che richiedono lo sviluppo di prodotti ancora inesistenti. Trento Rise decise di usare questa modalità piuttosto insolita che ha attirato fin da subito molte critiche e poi l’attenzione degli inquirenti.

In ottobre la Procura di Trento aveva chiuso la prima tranche dell’inchiesta inviando l’avviso di conclusione delle indagini a sei persone. Tra di loro spiccano nomi importantissimi della macchina burocratica provinciale. Gli indagati sono Ivano Dalmonego, 68 anni, ex direttore generale della Provincia autonoma, Fausto Giunchiglia, 57 anni, ex presidente di Trento Rise, Michele Debiasi, 47 anni, responsabile dell'ufficio legale di Trento Rise, Massimo Bonacci, 49 anni, responsabile della sede di Trento della Deloitte, Damiano Florenzano, 54 anni, avvocato, professore universitario e presidente della commissione aggiudicatrice, Antonio Pernice, 65 anni, membro della stessa commissione. I primi tre sono indagati ai sensi dell'articolo 353 bis del codice penale, ovvero turbata libertà di scelta del contraente e, in concorso con Dalmonego, per il reato previsto dall'articolo 353, ossia turbata libertà degli incanti. Florenzano e Pernice, infine, sono indagati per falso ideologico del pubblico ufficiale e hanno un ruolo secondario.

Per l'accusa, avrebbero redatto e firmato il verbale di una riunione della commissione facendo figurare come presente Pernice, che, invece non c'era. Subito prima di Natale, la Procura ha chiuso la seconda tranche dell’inchiesta che vede coinvolti sette funzionari del consorzio di ricerca. Secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero anche loro favorito la Deloitte. Per questo sono già partite le procedure del licenziamento per giusta causa. Da ricordare che nove dipendenti hanno perso il posto con la chiusura di Trento Rise. Cosa diversa, però, sono i licenziamenti per giusta causa decisi dai commissari che stanno gestendo il passaggio dalla vecchia Trento Rise al nuovo soggetto Hit che si occupa soprattutto di innovazione. Infatti, il provvedimento nei confronti delle sette persone raggiunte dall’avviso di conclusione delle indagini è dovuto al loro coinvolgimento a vario titolo nell’inchiesta.













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