«Trento-Malé fino al Not Funivia e metró? Si vedrà» / VIDEO

Andreatta e il taglio alle opere pubbliche: «A gennaio mi confronterò con Rossi» E sul suo futuro: «Pronto a ricandidarmi nel 2015, mi piacerebbe finire il lavoro»


di Paolo Piffer


TRENTO. A palazzo Geremia lo scambio di auguri di fine anno termina con mezza giunta comunale che canta “Io amo” e “Mi manchi” di Fausto Leali imbeccata dal pianoforte di Franco Fasano, l’autore di quei “sacri” testi della musica leggera italiana portati al grande successo dalla raucedine e dall’estensione vocale del cantante bresciano. Prova, per essere munifici, dignitosa per quanto un po’ timida.

È in precedenza e poi nel suo ufficio al secondo piano che il sindaco Andreatta affronta invece con piglio deciso, in un colloquio durato più di un’ora e mezzo, i temi che hanno caratterizzato e informeranno l’azione di governo della sua giunta ma anche, più in generale, alcuni tratti di filosofia politica in riferimento alla situazione nazionale. «Il 2013 – riflette – è stato un anno particolare. L’anno dei due Papi ma anche delle conferme del presidente Napolitano e della cancelliera Merkel, come, in sede locale, del centrosinistra. Ma la parola più invocata in politica è stata “cambiamento”. Bene, penso che, indipendentemente dall’età anagrafica, la gente chieda alla politica onestà, disponibilità e competenza. Spesso vedo invece una politica che faccio fatica ad accettare, segnata da populismo, demagogia e ricerca eccessiva di visibilità. Per me la politica è invece la ricerca delle idee migliori seguita dalla più alta forma di mediazione possibile». Che da una parte il riferimento fosse a Grillo e dall’altra al “suo” segretario Renzi – «gli auguro ogni bene e ha parecchi meriti ma ho delle perplessità che riesca a conciliare al meglio il doppio ruolo di segretario del Pd e di sindaco» – è parso piuttosto chiaro.

Sulla possibilità di una ricandidatura, nel maggio 2015, Andreatta ha manifestato la propria disponibilità, aggiungendo: «Mi piacerebbe poter portare a termine il lavoro». «Ma è la maggioranza che eventualmente dovrà decidere», ha precisato mentre sul prossimo segretario provinciale del Pd ha detto: «Se non facessi il sindaco certo che mi piacerebbe. Ma le due cose insieme sono troppo complicate». Il primo cittadino non si schiera con nessuno: «Sento tanti nomi, io non ne faccio. L’importante è che il prossimo segretario sia una persona che unisca il partito». Le grandi opere che, visto il calo di risorse a livello provinciale, stanno sfumando, hanno condotto il colloquio sul terreno della concretezza amministrativa. «Di sicuro – ha sottolineato Andreatta – ci sono il prolungamento della ferrovia Trento-Malè fino al nuovo ospedale, il Not, ma anche la permuta di terreni per poter edificare il nuovo canile alla Vela su un’area di Trentino Trasporti alla quale cederemo la zona dell’ex Sit (attuale parcheggio) per trasferirvi la stazione delle corriere e realizzarvi posti auto. Sul metró di superficie e la funivia Trento-Bondone, ne parleremo a gennaio con il presidente Rossi». Altre partite in ballo riguardano il ciclo dell’acqua e dei rifiuti (ora nelle mani di Dolomiti Energia, ndr) per il quale si è ipotizzata la creazione di una società in house dopo il referendum nazionale che ha sancito la natura pubblica del bene primario: «Aspettiamo i risultati della consulenza che abbiamo affidato all’esterno, è un percorso lungo e complesso. Non so se si concluderà entro la fine del mandato. Di tariffe sui rifiuti si discuterà a gennaio». Il piano sociale e il futuro delle circoscrizioni sono altri due temi affrontati. «Già ai primi di gennaio arriverà in giunta il piano sociale e ad aprile-maggio vorrei portarlo in consiglio. Sarà l’occasione per ripensare la città e rispondere alle esigenze dei cittadini. Affronteremo gli eventuali sprechi e le effettive ricadute, secondo equità, non dando nulla per scontato. La spesa verrà rivista ricalibrando e ripensando ogni aspetto ma garantendo qualità ai servizi. I trasferimenti provinciali sono calati, seppur di poco». E sulle circoscrizioni: «Qualche segnale va dato. Non escludo di poter avanzare una proposta partendo da ruolo e competenze in primis e poi da costi e numero».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs