Trentino: «Doppi incarichi, ci vuole più etica»

Il richiamo della politica e del sindacato: «Più controlli sulle Comunità»


Luca Petermaier


TRENTO. Niente veti preventivi sui doppi incarichi, ma una richiesta «congiunta» ad una maggiore etica nell'accettare poltrone plurime, soprattutto a carico di chi riveste incarichi elettivi. La richiesta è quella che - per vie diverse - giunge da un esponente della maggioranza (Bruno Dorigatti), uno della minoranza (Franca Penasa) e un sindacalista (Ermanno Monari della Uil). «Le persone di valore - spiega il segretario della Uil Ermanno Monari - vanno utilizzate il più possibile e al meglio. Sicuramente vi sono persone che hanno un sovrappiù di energia e competenza che per brevi periodi possono essere utilizzati anche per il bene collettivo. Si pongono però - obietta Monari - alcuni problemi molto seri. Il primo riguarda il fatto che comunque anche l'energia di queste persone non è inesauribile. Il secondo rischio è di concentrare nelle mani di pochi un grande potere, oltre a creare così una sorta di "insostituibilità". Il terzo è quello grave del cosiddetto tappo. Utilizzando sempre i soliti (anche se più capaci) non si favorisce la crescita e la graduale assunzione di responsabilità di altri, di una nuova classe dirigente. Infine - conclude Monari - vi è l'aspetto economico. Due, tre o più incarichi significano due, tre o più indennità o retribuzioni. E' difficile pensare che la stragrande maggioranza delle persone sia pagata 1.000 o 1.500 per lavorare 40 ore alla settimana ed altri possano svolgere lavori di grande responsabilità per più istituzioni portando a casa cifre, per i comuni mortali, inimmaginabili ma lavorando un numero di ore che eventualmente potrà superare, ma non certo stravolgere le ore dei comuni mortali».  A giudizio del consigliere del Pd Bruno Dorigatti «il problema esiste, ma la risposta deve essere politica e senza attacchi alle persone. Il Pd ha iniziato al proprio interno un ragionamento sul ricambio nei ruoli di vertice. Certo, non tutto è compiuto e penso - ad esempio - che un maggiore controllo vada rivolto alle Comunità di valle. Sono invece contrario al doppio incarico per sindaci e parlamentari e sono convinto che chi viene eletto dovrebbe scegliere fin da subito uno dei due incarichi». Dorigatti si dice contrario anche agli incarichi extra lavorativi ai dirigenti provinciali, spesso nominati nei cda delle spa pubbliche: «Penso - spiega Dorigatti - che il lavoro di dirigente provinciale sia già di per sé molto impegnativo, per cui credo sia giusto che lo facciano a tempo pieno».  «I casi di doppi incarichi sollevati dal vostro giornale - attacca Franca Penasa, consigliere provinciale della Lega - sono solo una parte dei tanti presenti in provincia. Penso al caso dell'assessore Mellarini che è anche presidente di Trentino spa o al caso di Claudio Bortolotti, dirigente provinciale in pensione, consulente del Nucleo elicotteri e presidente della Patrimonio del Trentino spa, ma non dimentico nemmeno l'attuale presidente di Itea Aida Ruffini, ripescata subito dopo l'uscita dal consiglio comunale di Rovereto».  Secondo Penasa la legge voluta dal Pd sulle nomine non risolve il problema: «E' una presa in giro e lo dimostra la gestione della nomina di Egidi all'Fbk».













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