Torna (in libreria) il poliziotto-scrittore 

Sergio Paoli ha pubblicato il capitolo due di «Al termine del servizio redigere dettagliata relazione»: la volante protagonista



TRENTO. La voglia di scrivere, Sergio Paoli, l’ha sempre avuta. Ma è stato durante il primo periodo in polizia, a Milano, che ha iniziato a mettere nero su bianco quello che gli succedeva attorno. «Il percorso dalla questura alla stanza dove dormivo - racconta - era lungo. A Milano ero da solo e mi è venuto naturale riempire gli spazi vuoti, sui mezzi pubblici, scrivendo». Quegli appunti sono stati poi messi da parte per ricomparire anni dopo con il debutto di Paoli sul web con il blog «Vita da sbirro». Dall’online c’è stato il passaggio (era il 2009) alla carta con il primo libro «Al termine del servizio redigere dettagliata relazione» che prima dello scorso Natale ha visto uscire il secondo capitolo. Anzi con «il ritorno» come recita il titolo. E quindi c’è di nuovo la possibilità di salire - metaforicamente parlando - sul sedile posteriore di una volante e girare per la città e sbirciare nel lavoro quotidiano della polizia. Fra grandi e piccoli fatti, fra sorrisi e arrabbiature, vivendo quasi in diretta gli interventi. A fare da cicerone lo stesso Paoli e il collega Alfio.

«Questa volta - spiega Sergio Paoli - ho pubblicato da solo, senza editore e quindi sono stato più libero nella scelta dei racconti. Ci sono pezzi del passato, perché le volanti le ho lasciate da un po’, ma sono tutte storie reali. Quando facevo le mie prime relazioni di servizio venivo ripreso perché erano lunghe, ricche di particolari. Le volevano invece asciutte, con i fatti nudi e crudi. Così il resto, il “bello” restava fuori. Ecco, tutto quello che non ho potuto scrivere nelle relazioni ufficiali è finito nei miei racconti». Sì perché dietro ad ogni racconto (sono una trentina quelli raccolti in «Al termine del servizio redigere dettagliata relazione. Il ritorno») c’è una fatto, un intervento della volante. «È tutto assolutamente vero - spiega Paoli -. Anche i nomi di luoghi e strade sono quasi sempre riconoscibili, come il mio compagno di lavoro, un napoletano che chiamo Alfio, che è quello con cui ho lavorato tanti anni in coppia, sulla volante». Racconti che vogliono anche essere un omaggio al “lavoro in strada” della polizia. «Per me - commenta il poliziotto-scrittore - il lavoro della polizia è quello della volante. È uno degli ingranaggi all’interno di un meccanismo molto più ampio che funziona solo grazie al lavoro dei vari uffici della questura, e quindi da solo non basterebbe. Ma chi fa volante è il primo ad intervenire, è quello che ha il contatto immediato con le persone. Insomma, ho sempre adorato il mio mestiere e penso che lo si capisca».

Per Paoli non ci sono solo i libri. È stato anche l’autore di un fumetto con sempre un poliziotto come protagonista. «Si trattava dell’ispettore Santoro, il personaggio era di Claudio Sacchi, e miei i testi». E per il futuro potrebbero anche esserci anche dei cortometraggi. «È un progetto al quale sto lavorando ma senza ansia. Si vedrà». (m.d.)

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