Stipendi pubblici: per i provinciali del Trentino premi «congelati»

In alto mare i 50 milioni sulla produttività e i 500 mila come premio anticrisi


Robert Tosin


TRENTO. Il premio del 2009 promesso ai dipendenti provinciali non è ancora arrivato. Tutto arenato su un sistema di distribuzione per niente chiaro e che non sarà definito tanto presto. Ci vorranno ancora un paio di mesi prima di sbloccare i circa 500 mila euro destinati alle buste paga di un considerevole numero di lavoratori pubblici. E come non bastasse sono fermi anche i 50 milioni, previsti in finanziaria, che Dellai ha promesso ai lavoratori provinciali come sorta di indennizzo per il fatto che a livello nazionale tutti i contratti sono stati bloccati. Qui si attende la contrattazione con l'Apran - formalmente scaduta e in attesa della nomina dei vertici - ed è facile attendersi tempi lunghi. I soldi comunque ci sono e sono già disponibili: il problema è che non sono ancora nelle tasche giuste. Ma torniamo al premio del 2009 non ancora assegnato. La "regalia" prende le mosse dalla particolare stagione di crisi economica, quando la Provincia avviò un piano di lavori pubblici straordinario per dare lavoro, essenzialmente. Si trattava di un corposo pacchetto milionario (800 milioni) a disposizione dei Comuni per avviare cantieri in modo rapido e tenere quindi vivace l'economia e la circolazione di denaro in un momento in cui la crisi di liquidità aveva messo molte aziende in ginocchio. Quasi tutti gli enti pubblici approfittarono dell'aggiunta al capitolo investimenti per avviare lavori lasciati nel cassetto per le ristrette finanziarie in cui spesso i municipi si dibattono. Qualche Comune non riuscì a spendere tutti i soldi disponibili e questo semplicemente per una questione organizzativa. Infatti l'ostacolo maggiore da superare in quel periodo fu quello burocratico: accantierare un'opera non è impresa semplicissima, né tanto meno rapida. Eppure nel 2009 bisognava fare in fretta perché era urgente mettere in circolazione denaro e far lavorare le imprese. Per le macchine amministrative fu un tour de force impegnativo: montagne di pratiche e contratti dovevano essere fatti in tempi strettissimi. Sugli uffici, dunque, ricadde una mole eccezionale di lavoro che Dellai riconobbe come meritevole di ulteriore premio. Chi era stato messo particolarmente sotto pressione avrebbe ricevuto un "ringraziamento" in busta paga. I dipartimenti coinvolti furono individuati in 15 e i soggetti impegnati sarebbero stati selezionati dal dirigente. A seconda del numero sarebbero arrivate le risorse aggiuntive. «Il guaio - spiega Stefano Galvagni della Uil - è che non tutti hanno usato lo stesso criterio: alcuni dirigenti hanno richiesto risorse per tutti i dipendenti, selezionando in un secondo momento gli aventi diritto. Altri invece hanno dato subito il numero preciso. Ci si è trovati quindi con una disparità non accettabile che avrebbe portato alcuni dipendenti a guadagnare magari tre volte altri colleghi. Il dipartimento Foreste, per esempio, risulta il maggior beneficiario, molto di più che quello all'Industria. Noi ci aspettavamo un premio variabile tra i 600 e i 900 euro e invece sono risultate differenze abissali. Per questo non avevamo firmato l'accordo e ora siamo ancora in trattativa». Una trattativa lunga e complessa che lascerà senza "extra" i dipendenti provinciali per almeno altri due mesi. Come non bastasse, non arrivano nemmeno i 50 milioni promesso come "indennizzo" al blocco dei contratti. «Non capisco il motivo: i soldi ci sono e sono utilizzabili, ma nessuno ci ha ancora convocato per la necessaria trattativa. E' un mistero. Così come l'inefficacia della delibera che regola le assunzioni per i prossimi due anni. Anche in questo caso il documento è stato approvato, ma il presidente Dellai non ha ancora fatto la delibera che stanzia i fondi necessari a quelle assunzioni previste dalla legge. Pensiamo ai precari, ma anche ai vigili del fuoco o ai forestali».

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