«Pubblica amministrazione, vacanti 857 posti per i disabili»

Trento. Sono 588 i posti di lavoro destinati a persone disabili lasciati vacanti nell'ente Provincia Autonoma di Trento, che avrebbe maturato nel 2018 oltre 31 milioni di euro di sanzioni. A questi...



Trento. Sono 588 i posti di lavoro destinati a persone disabili lasciati vacanti nell'ente Provincia Autonoma di Trento, che avrebbe maturato nel 2018 oltre 31 milioni di euro di sanzioni. A questi si aggiungono i 243 posti scoperti presso l'Azienda provinciale per i servizi sanitari (che deve controllare l'applicazione delle leggi che tutelano il diritto al lavoro dei disabili), i 15 di Fondazione Bruno Kessler, i 6 dell'Università di Trento e i 5 di Fondazione Mach. Il dato 2018 appare in crescita rispetto all'anno precedente ("scoperture" Pat 570, Apss 222). Questo nonostante nelle liste di disoccupazione siano iscritti 2550 disabili. Questo è il dato reso pubblico da Agenzia del lavoro e rilanciato dal consigliere provinciale Claudio Cia (Agire per il Trentino). Negli ultimi giorni si è scatenata una polemica tra l'assessore Achille Spinelli (che durante una trasmissione televisiva ha affermato: «Le giunte di centrosinistra si sono distinte per l'integrazione degli stranieri, mentre la Provincia è agli ultimi posti per l'integrazione dei disabili») e l'ex presidente Ugo Rossi, che ha respinto le accuse. Il consigliere Paolo Ghezzi (Futura) ha presentato un'interrogazione ufficiale. Marcello Decarli, presidente di Astrid Onlus che si occupa del diritto al lavoro dei disabili, ha confermato le parole di Spinelli: «I privati fanno meglio, ma nella pubblica amministrazione il Trentino è davvero agli ultimi posti in Italia».

La legge 68/99 che istituisce le "categorie protette" protegge il diritto al lavoro dei disabili, comminando sanzioni economiche pesanti per aziende ed enti che non rispettino le quote. Nel 2018 in Trentino, sono stati maturati 58 milioni di euro di sanzioni, di cui 31.668.278 euro a carico dell'ente Provincia Autonoma di Trento. Somma che dovrebbe essere devoluta in un fondo specifico per l'introduzione dei disabili al lavoro. Ma su questo fondo, sostiene Cia, non ci sarebbero molte informazioni: «È un fondo che deve esistere per legge, ma quando abbiamo chiesto informazioni agli organi competenti, si sono chiusi a riccio». Decarli ha spiegato come sia l'Azienda Sanitaria, attraverso l'Ispettorato del lavoro, a dover vigilare: «Ma come si vede dai numeri, con oltre duecento posti scoperti, l'Apss è parte in causa».

Decarli ha individuato nella scarsa qualità dei corsi di riqualificazione uno degli ostacoli per il collocamento dei disabili: «A Bolzano esistono corsi gratuiti per disabili che avviano alla programmazione informatica avanzata, mentre a Trento spiegano solo come usare l'email». Altro fronte aperto sono le barriere architettoniche, ha spiegato Decarli: «Molte amministrazioni non assumono i disabili per non sostenere i costi delle messe a norma, nonostante Inail dia sostanziosi contributi». F.P.















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