Preferenze rosa, forse è la volta buona 

I consiglieri di maggioranza sono (a parole) allineati: oggi il voto, ma l’ipotesi referendum potrebbe allungare i tempi



TRENTO. Il tema è delicato e già in passato ha riservato (amare) sorprese alla maggioranza del consiglio provinciale, ma questa volta per la preferenza di genere la strada pare spianata: la modifica alle norme elettorali potrebbe essere approvata oggi dal consiglio (dopo essersi scontrata in passato contro il muro dell’ostruzionismo delle opposizioni) se i consiglieri del centro sinistra autonomista manterranno fede alle loro dichiarazioni, con il sostegno di Manuela Bottamedi che di fatto ha trovato il modo per riproporre la questione nell’ambito di un disegno di legge sul sistema elettorale provinciale.

Questioni tecniche a parte (la vicenda è piuttosto complicata), la norma dovrebbe essere messa al voto oggi con l’obiettivo di consentire alle donne pari accesso alla politica con una presenza paritaria tra le candidature e l’obbligo (per l’elettore) di indicare due persone di genere diverso nel caso voglia esprimere due preferenze al momento del voto. Una norma che non convince tutti i membri della maggioranza (De Godenz, per dire, non è affatto convinto che vada a vantaggio delle donne) ma su cui è arrivata l’indicazione chiara (positiva) di tutti i partiti della coalizione che sostiene il governatore Rossi.

La strada non sarà comunque semplice: se la norma non dovesse raggiungere in aula i 24 voti, potrebbe scattare la richiesta di referendum conservativo da parte di sette consiglieri. E questo allungherebbe i tempi rendendoli incompatibili con le prossime elezioni provinciali previste nell’autunno del 2018. Non solo: non è esclusa la possibilità che sette consiglieri dell’opposizione chiedano il voto segreto, con la possibilità in questo caso che qualcuno dei consiglieri di maggioranza si sfili “segretamente” al momento del voto.

La Commissione provinciale Pari Opportunità tra donna e uomo intanto ieri ha diffuso un comunicato a favore dell’iniziativa delle consigliere provinciali Manuela Bottamedi e Lucia Maestri (che ha presentato un emendamento per trasformare il disegno di legge della prima in una modifica al sistema delle preferenze) per riproporre la doppia preferenza di genere nell'agenda della politica trentina: «Le ringraziamo - si legge in una nota - perché non si sono rassegnate a un insuccesso, ma cercano, con determinazione e coraggio, di raggiungere l'obiettivo della parità di accesso alla politica. Indipendentemente dal raggiungimento o meno del consenso all'interno di maggioranza e minoranza - prosegue la Commissione pari opportunità - sarà comunque un'occasione preziosa per capire chiaramente e una volta per tutte se il principio di democrazia paritaria in questa legislatura vale più dell'interesse personale e se la coalizione di maggioranza deciderà di rispettare il programma di governo della giunta Rossi, che comprendeva l'introduzione della doppia preferenza di genere».













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