«Picchiano il papà». Ma era solo un ballo

Il bambino ha dato l’allarme da una casa di Gardolo dove in realtà era in corso una festa con coreografia «manesca»



TRENTO. «Aiuto, picchiano papà». L’allarme è stato lanciato martedì sera da un bambino preoccupato per le sorti del genitore. Che in realtà stava benissimo ma era impegnato in un ballo tradizionale dei Balcani che prevede dei sonori (ma non dolorosi) scambi di simil-sberle fa i danzatori.

La particolare e divertente storiella è avvenuta, appunto, martedì sera in un appartamento di Gardolo dove era evidentemente in corso una festa fra amici. Una festa con tanto di musica e di balli di gruppo. Che però hanno spaventato un bambino forse poco avvezzo a quella particolare danza tradizionale ha chiamato la polizia per dare l’allarme. Era preoccupato perché pensava che stessero picchiando il suo papà e quindi ha pensato bene di intervenire in prima persona chiamando i rinforzi.

Quando la pattuglia è arrivata sul posto, invece, si è trovata nel mezzo di una festa fra connazionali che lasciato i Balcani per mille diverse ragioni si erano riuniti in casa per passare qualche ora in allegria. E anche per ballare. Una ballo che prevedeva della «manate» rituali che sono parte integrante della coreografia. Un ballo che però aveva spaventato il bambino e che ha «provocato» l’intervento delle forze dell’ordine.

Chiarito l’equivoco e tranquillizzato il bambino, gli agenti hanno fatto ritorno al loro giro di pattuglia e la festa è potuta andare avanti senza problemi. Per il piccolo è stato un modo certamente molto particolare per conoscere un modo diverso per passare qualche ora con gli amici e anche per vivere la musica con una gestualità molto «importante» e anche molto virile.

Sempre fra martedì e mercoledì, un’ altra richiesta d’aiuto alle forze dell’ordine è arrivata da un altro palazzo. Questa volta non si trattava di schiamazzi ma di due ragazzi che erano stati sorpresi a dormire sulle scale di un condominio. A chiamare le forze dell’ordine sono stati alcuni condomini che non sapevano come comportarsi davanti ad un fatto del genere. I due giovani, infatti, avevano trovato ricovero per passare la fredda notte lungo le scale dell’edificio e stavano tranquillamente dormendo. Agli intervenuti non è rimasto altro da fare che svegliare la coppia e invitarla ad uscire dal palazzo e tornare a dormire a casa loro. Non sono chiare le ragioni che hanno portato i due ragazzi a scegliere le comunque scomode scale di un palazzo per passare le notte visto che risulta abbiano entrambi una residenza.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs