Panarotta spa senza presidente

Sergio Sartori si è dimesso. I motivi: «Nuovo sindaco a Pergine e incombe la firma del protocollo»


di Roberto Gerola


PERGINE. Sergio Sartori, presidente del consiglio d’amministrazione della Nuova Panarotta 2002 spa, ha rassegnato ieri le proprie dimissioni. Per conoscenza, le ha inviate al vicepresidente Vettorazzi, al caposindaco Marcello Condini, ai sindaci di Pergine (Roberto Oss Emer) e di Levico Terme (Gianpiero Passamani) e a Donatella Bommassar (presidente di Levico Terme spa). Dimissioni con decorrenza immediata. Nella lettera parla di «difficoltà incontrate e non banali», di «essere riusciti a garantire l’apertura degli impianti».

Già nel novembre scorso aveva espresso la volontà di dimettersi, ma su pressione del sindaco Silvano Corradi (del quale era delegato) aveva soprasseduto vista anche la stagione ormai alle porte.

«Sono due gli ordini di motivi - diceva ieri - per i quali ho rassegnato le dimissioni: a Pergine è cambiato il sindaco (io ero delegato di Corradi che insieme a Passamani detiene la maggioranza delle azioni) e il nuovo eletto, Roberto Oss Emer, potrebbe avere nuovi pensieri in proposito. E poi è alle porte la firma del “protocollo d’intesa” tra Provincia, Pergine, Levico e Roncegno. Quindi lascio».

Ma il discorso con Sartori, prosegue, nel senso che altre considerazioni sono alla base delle sue dimissioni, considerazioni che riguardano “il compiuto mandato”. «Dopo non poche discussioni e qualche polemica - dice - ho coinvolto gli imprenditori più interessati alla stazione invernale della Panarotta. E mi riferisco al fatto di aver allargato il cda appunto agli imprenditori in modo che ci siano anche loro a partecipare in prima persona. Mi riferisco a Francesco Peghini, Matteo Anderle, Renzo Gaiga, Luca Moser, Fabrizio Oss (anche di Levico spa). Sono imprenditori e operatori direttamente interessati alle attività sulla Panarotta e a Vetriolo. Dovranno essere loro adesso a contribuire». Altra considerazione di Sartori riguarda gli interventi sulla Panarotta. «Privilegiare lì gli interventi, sull’alta quota - dice -. Occorre, infatti, sistemare gli impianti di risalita, per i quali ho chiesto una deroga per poterli riaprire la prossima stagione invernale. Ma poi occorre intervenire, sostituire, collaudare. Quindi, il bacino per l’acqua necessaria ai cannoni che vanno pure ammodernati. Adesso c’è un progetto da parte di Trentino Sviluppo, il protocollo è in dirittura d’arrivo».

Tra l’altro, proprio il protocollo d’intesa prevede che l’ente pubblico (i Comuni) si disfino di gran parte delle quote di azioni posseduti. Si è stabilito che la quota del Comune dovrà essere al massimo del 15% e quindi le altre dovranno essere in qualche modo cedute. Dopo le riunioni e le discussioni di novembre e febbraio scorsi, c’erano anche stati interventi diretti soprattutto a ripensamenti. Nell’interregno da tra Corradi e Marina Taffara, c’era stato da parte di quest’ultima, più che un ripensamento se non a dirittura un inversione di rotta. Poi è subentrato Roberto Oss Emer con le proprie “visioni d’insieme” con la Panarotta legata al lago e alla valle dei Mocheni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs