SICUREZZA

«Non mi sento tutelato dalla mia città»

L’agente della polizia locale aggredito: «Trento è cambiata molto in pochi anni. Devono farci uscire sempre in coppia»


di Luca Marognoli


TRENTO. Si aspettava dei ragazzini, ma si è trovato di fronte un gruppo di almeno sei individui a volto semicoperto e vestiti di nero, che l’hanno riempito di botte. Il giorno dopo l’aggressione in vicolo dell’Adige, in pieno centro, l’agente della polizia locale Armando Bergamo, 49 anni, sembra stare bene fisicamente, «ma non psicologicamente», dice. «Non mi sento tutelato dalla mia città. Trento è cambiata molto in pochi anni. Noi siamo chiamati a infondere sicurezza alle persone, ma se manca la nostra...».

Leggi la notizia dell'aggressione

Ha un’unica richiesta da fare, Bergamo, ma a gran voce: «Noi agenti dobbiamo essere sempre fatti uscire in coppia. Ormai dobbiamo intervenire in episodi come furti, spaccio e altri piccoli fatti di tipo penale. Piccoli, ma che possono rivelarsi pericolosi: quando hai a che fare con uno sconosciuto, come fai a sapere che non abbia un coltello?».

Agente Bergamo, ci vuole raccontare la sua brutta avventura?

Sì, ero appiedato, di turno nel rione numero 2, quello del “centro città”. Verso le 19.30 mi trovavo in largo Carducci quando sono stato avvicinato da un primo cittadino che mi ha segnalato la presenza di ragazzi che stavano imbrattando i muri in via Malpaga. Arrivato lì, però, non c'era nessuno, solo le scritte. Un altro signore mi ha detto: se cerca quei ragazzi vada in piazza Italia. Anche lì non c'erano e una terza persona mi ha detto che si erano diretti nel vicolo dell'Adige. Pensavo fossero i soliti ragazzini. Invece mi sono trovato di fronte a un gruppo di individui incappucciati.

Quando ha imboccato il vicolo cosa è successo?

D'istinto mi è venuto di togliere la bomboletta di mano a uno di loro, che la stava usando. Quello ha fatto resistenza: l'ha girata e mi ha spruzzato il colore addosso. Poi è partito il gruppo, in cui dovevano esserci anche degli ubriachi perché c'erano delle lattine per terra.Mi hanno tolto il caschetto buttandolo giù per il vicolo e hanno iniziato a colpirmi a calci e a pugni.

Quanti erano?

Minimo in sei. Tutti vestiti di nero, alcuni incappucciati, taluni con la barba.

Lei cosa ha fatto?

Non ho mai dato loro le spalle: se lo fai sei finito. Di questo devo ringraziare Matteo Battaglino ed Ermanno Bassetti, che ci hanno addestrati all'autodifesa anche da attacchi di più persone. Se ne sono uscito “vivo” devo ringraziare loro...

Continui il racconto...

Quello a cui avevo tolto la bomboletta mi ha detto “Che cazzo vuoi?”. Poi mi hanno buttato per terra il palmare e ci hanno pestato sopra. Hanno preso anche il mio cellulare e l'hanno scagliato contro il muro di una casa di via Manci: è andato in pezzi... Io ho cercato di difendermi dai colpi il più possibile. Intanto alcuni passanti, da quello che ho capito, hanno chiamato i carabinieri, che sono intervenuti prontamente, seguiti dai miei colleghi.

In caso di emergenza come è previsto che dobbiate comportarvi?

Si avverte il coordinatore che manda una pattuglia. Ma quello che è accaduto mercoledì sembrava risolvibile con due parole.

Cosa si sente di dire su quanto è accaduto?

Che non è più tempo, per noi vigili, di andare in giro da soli. È vero che a Trento si sta meglio che altrove, ma qui in dieci anni è cambiato tutto. Poteva finire molto peggio.

Gli uomini degli altri corpi sono sempre in due?

I poliziotti sì, i carabinieri anche. I vigili sono stati considerati finora come figure amministrative, quelli che danno le multe, ma siamo chiamati sempre più spesso a intervenire per furti e altri piccoli fatti di carattere penale che possono evolvere in maniera negativa. In Santa Maria il comandante ha assunto il provvedimento di farci girare in coppia. Ma questo va esteso a tutta la città, non si può confinare in un solo rione. Le stesse cose possono accadere in centro, in via Perini come davanti all’ospedale... Anche gli agenti di quartiere sono in due.

Sembra stare bene ora.

Psicologicamente no. Mi sento, come dire, non tutelato dalla città.

Crede che questo episodio la condizionerà? La prossima volta potrebbe avere paura ad intervenire.

Un certo timore ti rimane. Vorrei vedere...













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