«Montagna, la nostra sfida per tutelarla» 

Folgaria, tra sanità di periferia e rapporti con la città ecco le diverse ricette dei candidati Mellarini, Conzatti e Boniatti


di Gianpaolo Tessari


FOLGARIA. Probabilmente, appena qualche settimana fa, Donatella Conzatti si sarebbe fatta una bella risata se le avessero detto che avrebbe trascorso la sera del proprio compleanno con Tiziano Mellarini. Per di più nelle vesti di avversaria per la corsa ad un seggio al Senato, quello di Rovereto. Eppure ieri sera, invece che soffiare sulle candeline, Conzatti (scelta dal centrodestra) si è trovata a Folgaria a fronteggiare in un dibattito pubblico il segretario/assessore, ex compagno di tante battaglie dentro l’Upt e la neo pentastellata Cinzia Boniatti, candidata per il suo curriculum dai leader del M5s Di Maio e Fraccaro, ma rimasta indigesta ad una parte della base.

Serata voluta dall’associazione “Cordata insieme per un nuovo inizio” ed ospitata nella sala della cultura. Conzatti, Mellarini e Boniatti si sono confrontati su vari temi, rispondendo alle sollecitazioni del vicedirettore del Trentino, Paolo Mantovan.

Cosa rappresenta per voi la montagna?

Conzatti: La vita nelle terre alte dovrebbe offrire la stessa qualità di servizi delle città di fondovalle. Anche se non vantaggiose dal punto di vista economico, in montagna debbono essere mantenute tutte le possibilità. Penso poi alla gestione di acque e legno, con un approccio non difensivo, ma che sia “anti fragile”, citando un sociologo libanese che teorizza modelli non verticistici.

Mellarini: Io sono seduto a destra del moderatore, ma forse era meglio se si sedeva Donatella da questa parte. La montagna è nella cultura e nella identità di ogni trentino. Senza montagna la nostra economia soffrirebbe, le nostre scelte di governo provinciale ora pagano. Senza la presenza dell’uomo le terre alte non vivono, abbiamo saputo evitare l’abbandono negli anni Settanta, quando il fondovalle puntava sull’industria. I bellunesi? Sono fratelli di montagna.

Boniatti: Io sono l’outsider qui ma io frequento sempre e da sempre la montagna. Quando giro il mondo penso al Trentino, l’unico posto dove vorrei vivere. Ma io voglio uscire dalla retorica e parlare da sociologa: a me sta a cuore soprattutto l’innovazione. Poi mi spiegherò.

La sanità in periferia è salvaguardata, anche rispetto alla città?

Mellarini: Parlare di sanità vuol dire guardare al futuro. Diventa sempre più specializzata. In montagna la sanità deve avere parametri diversi rispetto alle città, qui dovrebbe essere graduata sul turismo sportivo e pure sulla ruralità. Non si può dare tutto ovunque.

Boniatti: Ho amiche che lavorano negli ospedali. Trento sta perdendo pezzi di affidabilità, i chirurghi debbono avere una casistica numerosa. Deve essere garantita la qualità della vita ma ora non si sa come sostituire i medici di base. Noi dovremo raggruppare in uno studio più medici con specialità diverse. A me interessa parlare di longevità attiva, si dovrà intervenire sulla gestione degli anziani. Il M5s investirà molto sulla prevenzione.

Conzatti: Ad oggi abbiamo medici preparati. Ma ci sono criticità: liste d’attesa lunghe e mobilità passiva molto più alta rispetto all’Alto Adige. Ma ora il modello del centrosinistra trentino sul futuro della sanità è poco chiaro. La leader politica nazionale di Mellarini, Beatrice Lorenzin, ha chiuso i punti nascita. Non si può risolvere tutto con l’elisoccorso.

Mellarini: La facoltà di Medicina è ipotesi su cui si studia da quando la signora Conzatti era nel partito precedente e ci sono sui social le foto che si è fatta fare con Lorenzin solo poche settimane fa.

Cosa suggerite, come visione, per il turismo in un territorio, Folgaria, che ha avuto una grande crescita ma che poi è rimasto in una sorta di bolla?

Boniatti: Dovremo fare i conti con il cambiamento climatico, si sta sciogliendo il Permafrost siberiano. Le stazioni sciistiche sotto i 1500 metri avranno problemi. Vedo che qui fate gli scongiuri ma si deve parlare in modo scientifico, non scaramantico. Serve un marketing mix.

Conzatti: Noi siamo osservati con attenzione, il nostro modello di turismo è molto buono. Io credo che si debba investire sulle pro loco, con volontari che facciano assaporare la trentinità all’ospite. Ma per trasmettere il messaggio sull’esterno serve una comunicazione unica. Turismo non come settore ma fattore. Servono poi modelli che vadano oltre la stagionalità.

Mellarini: Turismo? Si deve parlare allora anche di agricoltura di montagna, parte legata a filo doppio col turismo. Noi abbiamo avuto anche la lobby delle Alpi per promuovere i nostri prodotti. Questo altipiano ha bisogno di essere destagionalizzato, qui si può lavorare bene sulla vacanza attiva. Penso a trekking, mountain bike, cavalli. Il marketing? Deve essere fatto a livello di sistema Italia.

Città diffusa vorrebbe dire anche solidarietà tra territori. Sull’immigrazione esiste o si lascia che ci pensino solo Trento e Rovereto? Come vedete la gestione degli immigrati?

Mellarini: Tema scottante. Il Trentino è solidale, non so se è uguale dappertutto. Non sta a me dirlo, il tema va governato a livello europeo. Minniti ha lavorato molto bene. Noi siamo stati immigrati negli anni Trenta.

Conzatti: noi siamo solidali ma vorremmo che chi viene qui rispettasse le regole come facciamo noi. L’Italia è sola nella gestione degli sbarchi, l’Europa deve starci vicina e aiutarci. Chi è un clandestino non potrà restare qui.

Boniatti: Il M5s vuole rinegoziare il trattato di Dublino ma non vuole operare subito nell’assumere nuovi operatori per accorciare il lavoro delle commissioni che decidono sull’asilo politico. Si dovranno dare risposte nell’arco di qualche settimana, non di due anni come ora.













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