cultura

Mellarini: «Il Mart deve avere anche un rientro economico»

Sulle dimissioni della direttrice Collu, l’assessore alla cultura concorda con la presidente e il cda: «È necessario cercare partner privati, aprirsi ai circuiti internazionali e promuoversi di più»


di Sandra Mattei


TRENTO. Dopo la doccia fredda dell’annuncio di dimissioni di Cristiana Collu dalla direzione del Mart, attraverso un’intervista su “Repubblica” e non ai diretti ineressati, cda innanzitutto e Provincia, inizia la fase del confronto (e dello scontro) tra chi plaude al gesto della direttrice, per le sue dichiarazioni che non concordano con la linea del nuovo cda di una gestione compartecipata tra pubblico e privato e chi spinge invece su questa direzione, come l’unica possibile. Tra questi, l’assessore alla cultura Tiziano Mellarini, che commenta così le esternazioni della direttrice, in scadenza con fine gennaio 2015: «L’annuncio fatto tramite “La Repubblica” non è stato molto corretto. E poi, quando parla di indefinitezza sulla visione di museo che si vuole avere, rispondo che è lei la direttrice ed è lei che dovrebbe avere un progetto».

Dunque, il rapporto con Cristiana Collu si era incrinato?

Qualche deficit dal punto di vista organizzativo è emerso. Ma il problema centrale da affrontare è che il Mart deve essere, al pari di altri brand del Trentino, un’occasione di attrazione, di promozione del territorio, di richiamo a livello internazionale. Non a caso il cda è presieduto da Ilaria Vescovi, che ha ben presente come sia necessario in questa fase trovare nuovi contributi e partnership con i privati. Guardiamo cosa è riuscito a fare il Muse, che ha registrato 685 mila visitatori dalla sua apertura.

Collu dice che il matrimonio tra pubblico e privato è impossibile.

Faccio mia la dichiarazione del ministro Franceschini al suo insediamento: “Sono felice di guidare il maggior ministero economico dell’Italia”. Condivido, siamo convinti che il Mart abbia una funzione di ricerca, di conservazione e didattica, ma c’è bisogno di una sua apertura internazionale, e per questo è necessaria la contaminazione, la promozione nei circuiti turistici, perché ci sia un rientro economico.

Qualche idea per attuare questi obiettivi?

Il cda ha al suo interno rappresentanti che stanno lavorando per trovare collaborazioni con i privati, anche ala luce della nuova legge che defiscalizza i contributi in cultura. E questo è un modo per aprirsi all’esterno e non chiudersi, come qualcuno ci imputa.













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