Licenze, via i paletti sulle altezze

Il Comune di Trento dice sì agli ingegneri. Salvati: «Ma le norme di tutela restano nel prg»


di Chiara Bert


TRENTO. Il Comune di Trento dice sì a ingegneri e architetti: l’allegato 5 al piano regolatore - le norme a tutela del paesaggio, in primis i limiti alle altezze degli edifici - andrà presto in soffitta, sperando così di accelerare il rilascio delle concessioni edilizie e di eliminare quelle difformità di giudizio che negli ultimi mesi avevano bloccato molti progetti.

Sull’«allegato 5» si è combattuta una delle battaglie campali della passata legislatura a palazzo Thun: per anni quelle norme non erano state applicate dal Comune, con il risultato di aver visto spuntare in collina, dal Cernidor a Povo al Casteller, veri e propri «mostri edilizi». Un gruppo di residenti di via alla Val ricorse al Tar contro il progetto che trasformava una villetta unifamiliare in condominio, e i giudici diedero loro ragione: le norme dell’allegato 5 hanno valore prescrittivo e non indicativo per il rilascio delle concessioni, dunque il Comune è obbligato ad applicarle. Sembrava questo l’argine indispensabile per frenare un’edificazione che in collina aveva prodotto scempi paesaggistici. Cos’è cambiato da allora che giustifichi oggi la decisione di fare a meno di quelle regole a favore della celerità delle pratiche? La domanda si pone a maggior ragione alla luce della polemica esplosa nelle scorse settimane sui ritardi nelle licenze, con il Comune che ha chiesto alla Provincia più tempo (da 60 a 120 giorni) per dare risposta evitando che scatti il silenzio-assenso, e i professionisti che invece accusano l’amministrazione di troppa lentezza.

Nicola Salvati, ingegnere e consigliere comunale del Pd, è stato tra coloro che più si sono battuti per arrivare, nel 2008, a quella «variante di tutela della collina» approvata nel 2008: edifici al massimo di 10 metri, cubature ridotte del 20% e strade calibrate al carico edilizio. «Attenzione - avverte Salvati - non diamo un messaggio sbagliato. Il Comune non fa retromarcia su quei paletti. Semplicemente l’allegato 5 ha avuto il suo valore ma oggi ha chiuso la sua funzione perché è stato assorbito nel regolamento edilizio. Nel frattempo le nuove norme sul risparmio energetico hanno consentito di alzare gli edifici di mezzo metro in più per garantire una migliore isolazione. Questo andava a cozzare spesso con l’allegato 5, con il risultato di progetti architettonicamente peggiori (per esempio con tetti piatti, ndr) o bloccati. Abbiamo quindi deciso di intervenire perché non sono 50 centimetri che alterano il paesaggio». Ancora aperto il nodo della lunghezza delle fronti degli edifici: si tratta di decidere se mantenere i limiti attuali in modo rigido o delegare di volta in volta la decisione alla commissione edilizia.













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