GRANDI OPERE

La Serenissima fa causa al Governo per la Valdastico

Presentato un ricorso al Tar del Lazio per obbligare l’esecutivo a approvare il progetto. Rossi: «Siamo tranquilli»



TRENTO. Le hanno provate tutte. Adesso fanno causa. L’autostrada Serenissima ha trascinato davanti al Tar del Lazio il Ministero delle Infrastrutture e, come controinteressata la Provincia di Trento, per obbligarlo ad approvare il progetto della Valdastico nord. In altre parole, la Serenissima cerca di percorrere la strada giudiziaria dopo che il Ministero, ai tempi del dimissionario Maurizio Lupi, aveva più volte dichiarato la volontà di completare l’autostrada A31. Questo senza tenere conto della contrarietà della Provincia di Trento che da sempre preferisce trasferire il traffico pesante dalla gomma alla ferrovia. Sono ormai anni che è in corso un vero e proprio braccio di ferro. La Serenissima ha ottenuto la proroga della concessione autostradale sulla tratta Brescia, Verona, Vicenza Padova alla condizione che progettasse il completamento della Valdastico nord che attualmente si ferma a Piovene Rocchette. Si tratta dell’ormai mitica Pirubi, dalle iniziali dei tre politici che vollero la A31, ovvero Piccoli, Bisaglia e Rumor. L’autostrada si è fermata dal 1973. Mancano 39 chilometri per arrivare a Besenello. La Serenissima ha preparato un progetto che prevede gran parte del tragitto in galleria. Il progetto è pronto da sette anni, ma la Provincia di Trento ha sempre dato parere negativo. Il governo, quando c’era Lupi, ha sempre sostenuto che il completamento della Valdastico era necessario. Ma non ha mai fatto seguire atti concreti. Di recente, anche il viceministro Nencini, ha dichiarato che è arrivato il momento di completare l’A31. La Provincia di Trento, ha sempre detto di no.

Adesso la Serenissima, visto che la strada politica non ha portato a niente, ci prova con i ricorsi giudiziari. La strada scelta è stata quella del ricorso al Tar del Lazio. Formalmente, la Serenissima ha presentato un ricorso per chiedere l’accertamento dell’obbligo per il Ministero delle Infrastrutture e della Presidenza del Consiglio dei ministri di approvare il progetto preliminare del secondo lotto della Valdastico nord.

In particolare, la società che gestisce la Brescia, Verona, Vicenza, Padova chiede che si approvi il progetto preliminare. Il presidente della Provincia di Trento però si dice tranquillo: «E’ una mossa che non ci preoccupa affatto. La Corte Costituzionale ha stabilito che la Valdastico nord non si può fare senza l’intesa con la Provincia di Trento e lo Stato non ha neanche approntato i meccanismi per poter aprire un confronto. Già ai tempi di Dellai, poi a quelli di Pacher e infine adesso abbiamo scritto più volte che noi siamo disponibili a un confronto per ribadire le ragioni della nostra contrarietà. Ma non è mai stato attivato nessun tavolo. Adesso ci costituiremo nel giudizio, ma siamo tranquilli perché la Corte Costituzionale ha già detto quale strada si deve seguire. Non si può prescindere dal nostra parere. E noi siamo contrari per tutte le ragioni che abbiamo sempre detto».

La Provincia si è affidata, oltre che al proprio ufficio legale guidato da Nicolò Pedrazzoli, ai professori Giandomenico Falcon e Luigi Manzi.













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