La Sat: «Troppi bikers sulle montagne del Trentino»

Alpinisti polemici: "Bisogna mettere un limite e trovare una convivenza tra escursionista e biker nel rispetto della legge e dell'ambiente"



TRENTO. "Ultimamente assistiamo a eccessi di sfruttamento del territorio montano da parte di bikers sia per i caroselli estivi, dove vengono utilizzati gli impianti a fune per gli sci per salire e quindi poi scendere sulle piste, i cui tracciati hanno già inferto ferite alla montagna. Bisogna mettere un limite e trovare una convivenza tra escursionista e biker nel rispetto della legge e dell'ambiente".

Lo hanno detto Piergiorgio Motter e Anna Facchini, rispettivamente presidente della Sat (Società alpinisti tridentini) e presidente Tam (Tutela ambiente montano) in occasione della presentazione del libro "Montagna e bici".

Vi sono raccolti tutti gli interventi della giornata di studio e riflessione sul tema che avuto luogo il 7 maggio 2010. "Alcuni comuni hanno riconvertito sentieri per le escursioni in doppie piste per il down hill come in Val di Fassa - hanno aggiunto - e ancora assistiamo anche a messaggi pubblicitari fuorvianti dove si pubblicizza il Dolomiti bike come contraltare del Dolomiti sky, oppure immagini promozionali con i biker che scendono su un prato di montagna".

La pubblicazione vuole essere anche un insieme di consigli di indirizzo per limitare l'abuso dell'ambiente montano da parte dei caroselli delle bike e quindi si rivolge alla Provincia autonoma, agli Enti locali, alle Apt e a Trentino Marketing perché - ha concluso Motter - "si possa migliorare la situazione in ottemperanza della legge che esiste già".













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