L'orso scende dall'albero e lo insegue

Tanta paura per Corrado Zamboni, a spasso tra i boschi del Monte Velo


Gianluca Marcolini


ARCO. «Lì per lì ho pensato si trattasse di un enorme nido di vespe o di api ma quando ha incominciato a scuotersi e a scendere in mezzo ai rami mi si è gelato il sangue nelle vene». Avvistare un orso, mentre si va per funghi nei boschi, non è un evento così raro in Trentino. Più difficile, per fortuna, è incontrare lo sguardo del plantigrado. Farsi inseguire dalla bestia, invece, è un vero incubo.

Corrado Zamboni, quest'incubo, lo ha vissuto ad occhi aperti una manciata di giorni fa, mentre si trovava a passeggiare tra i boschi del Monte Velo, sulla stradina che porta in Vallestrè e a Malga Campo. Un'escursione di cui il noto negoziante - discendente della storica famiglia di commercianti arcensi - è particolarmente ghiotto. Così come l'orso, dal canto suo, è ghiotto di ciò che può trovare sugli alberi. Ed è proprio lì che si trovava l'animale mentre subito sotto transitava l'uomo, il cui sguardo è stato improvvisamente attirato verso l'alto da un brusio fra le foglie.

«Pensavo di avere a che fare con un grosso nido - racconta - tant'è che stavo per recuperare la macchina fotografica quando ho visto quella massa marrone muoversi e scendere a terra». Corrado Zamboni, compreso con chi aveva a che fare, ha cercato di allontanarsi senza fare troppo rumore ma l'orso - un esemplare giovane, alto quasi 1 metro - se ne è accorso e si è messo subito alle calcagna dell'escursionista, senza affrettare il passo. «Ho provato a distrarlo, lanciando dei sassi nel bosco, nella speranza che li seguisse - spiega l'arcense - ma non c'è stato verso. Alla fine sono riuscito a spaventarlo sbattendo i miei bastoni da trekking su di una stanga. Credo che per un po' eviterò le passeggiate».













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