L’ira dei sindaci: non c’è sicurezza

Rossi: «Attenti a non mettere a rischio la fiducia dei cittadini» Zeni: «Con le nuove assunzioni, anestesisti 7 giorni su 7»


di Chiara Bert


TRENTO. «Se manca l’anestesista chi stabilizza i pazienti?», chiede la sindaca di Stenico. «L’altra sera a Arco c’è stata un’emergenza e l’elicottero non era disponibile», racconta il sindaco. «Nel nostro ospedale le donne non vengono nemmeno più a farsi l’ecografia perché non hanno fiducia», denuncia il sindaco di Tione. Le paure e la rabbia delle periferie si condensano in due ore di incontro con il presidente della Provincia Ugo Rossi e l’assessore alla sanità Luca Zeni, arrivati ieri in un consiglio delle autonomie affollato anche di presidenti di Comunità e consiglieri provinciali (presente in forze il gruppo Upt, Detomas della Ual, Kaswalder del Patt, Viola e Borga per le minoranze).

Da una parte gli amministratori di valle, a raccontare di «ospedali figli di un Dio minore», svuotati negli anni e ora stangati dalla riorganizzazione per applicare la nuova norma sui riposi dei medici. Dall’altra governatore e assessore a dare garanzie e a chiedere responsabilità: «Un servizio sanitario funziona sulla fiducia tra pazienti e istituzioni - incalza Ugo Rossi - non neghiamo le criticità e non vi chiediamo di condividere le nostre scelte, ma di farvi carico di rassicurare i cittadini che la sanità nei nostri ospedali di periferia è sicura».

Dopo le proteste di piazza, è un confronto istituzionale teso ma pacato. Ma la distanza tra territori e Provincia, su un terreno delicato della salute, resta in questo momento profonda. Ricorda, il governatore, che «il nostro servizio sanitario è stabilmente ai primi posti in tutti gli indicatori di qualità, e lo è anche sui punti nascita che hanno garantito pochi cesarei e pochi bambini nati morti, quello che dimostreremo al ministero inviando la richiesta di deroga per gli ospedali (Tione, Cavalese, Cles e Arco, ndr) dove i parti sono sotto lo standard dei 500 all’anno». L’assessore Luca Zeni rincara: «Quella dettata dalle nuove regole sui riposi non è l’organizzazione migliore e sappiamo che per il personale non è facile, ma si tratta di modalità temporanee, abbiamo evitato la chiusura dei punti nascita e salvato la chirurgia, e con i 9 milioni stanziati assumeremo il personale per ritornare alla piena funzionalità».

Parole che non bastano a convincere gli amministratori. Esordisce la sindaca di Stenico Monica Mattevi: «Gli anestesisti non servono solo per il Pronto Soccorso, ma anche se c’è qualcuno che si aggrava, per intubare e rianimare. Senza come si fa? Qui non c’è tempo di aspettare le nuove assunzioni, c’è il rischio che ci scappi il morto. I medici si sentono insicuri, e noi con loro». Il sindaco di Tione Mattia Gottardi accusa l’Azienda sanitaria e Ioppi (che ha diretto l’Unità operativa di ostetricia fino al 2013), di aver «smantellato volutamente il punto nascita»: «Avevamo oltre 300 parti, oggi sono meno di 100 all’anno». «Oggi abbiamo l’impressione che il nostro ospedale si trasformi in un grande ambulatorio». Il presidente della Comunità delle Giudicarie Giorgio Butterini chiede «un confronto mirato sui singoli ospedali» e chiede «pari dignità» con Cavalese: «Se avranno la chirurgia d’urgenza garantita anche il sabato, la vogliamo anche noi che abbiamo i turisti delle piste di Campiglio». «La fiducia se ne sta andando anche dall’ospedale di Cavalese», denuncia il presidente della Comunità di Fiemme Giovanni Zanon, «e stanno nascendo strutture private per le nascite che sicuramente non invieranno le donne a partorire da noi». Il sindaco di Cavalese Silvano Welponer fa i conti con un occhio alla stagione turistica: «Dal 24 dicembre al 7 gennaio, tra festivi e domeniche, gli ospedali di valle saranno aperti a pieno regime 108 ore su 420. Bisogna fare qualcosa». Anche un sindaco dai toni pacati come Alessandro Betta confessa «la confusione e la preoccupazione che parte dai reparti»: «Non è una caccia al colpevole, ma la situazione è sfuggita di mano. L’anestesista è fondamentale, l’Azienda doveva pensarci per tempo. I concorsi li faranno in tutta Italia, non sarà facile trovare i medici». Una sponda alla giunta arriva dal sindaco di Rovereto Francesco Valduga, di professione oncologo al S.Chiara, che insiste: «Ci sono attività che vanno centralizzate non per risparmiare ma per garantire qualità dell’assistenza». L’assessore Zeni tiene per la sua replica la promessa che dovrebbe addolcire i sindaci: «Il concorso che si sta per chiudere consentirà di assumere 6 nuovi anestesisti, cercheremo di ripristinare l’operatività dell’emergenza per 12 ore al giorno 7 giorni su 7 negli ospedali di periferia».

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