Indennità, il silenzio di 14 consiglieri

Dal Pdl all'Upt ecco chi ancora non si è espresso sul taglio del 10% della paga


Luca Petermaier



TRENTO. Qualcuno ha già firmato, qualcun altro si è detto favorevole all'appello lanciato dal Trentino, altri hanno condiviso lo spirito dell'iniziativa pur con qualche distinguo. Eppure tra i consiglieri provinciali sono ancora in tanti (14) i «non pervenuti», quelli silenti, insomma coloro che - pur tirati per la giacca da 4 mila elettori - hanno preferito rimanersene ben «coperti».

Magari saranno in ferie, forse non leggono il giornale o semplicemente non ritengono opportuno lanciare anch'essi un segnale che li possa avvicinare ai cittadini nel momento in cui - ai quei cittadini - viene chiesto (ancora una volta) di mettere mano al portafoglio per salvare la «baracca» dal baratro finanziario.

Assordante, in questo senso, è il silenzio dei consiglieri provinciali del Pdl, lo stesso partito che - a Roma - sostiene la manovra di Tremonti accusata da più parti di mettere le mani nelle tasche degli italiani senza tagliare nel contempo i mostruosi costi della politica e i privilegi della casta.

Stupisce meno (ma non va per questo meno rimarcata) l'assenza di una presa di posizione ufficiale della lista Civica per Divina dato che il suo capogruppo - il consigliere Claudio Eccher - ha già avuto modo di sottolineare durante una trasmissione radiofonica come egli sia contrario alla riduzione delle indennità, spiegando che «fare politica costa. O torniamo ai tempi della repubblica greca, quando facevano politica solo i più ricchi, o accettiamo che ci sia un compenso. Detto questo, sono convinto che gli sprechi vadano individuati e tagliati, ma non bisogna fare demagogia. Chi si dedica alla politica va compensato. La politica costa».

Non pervenuti (nemmeno una minuscola nota di commento dopo l'enorme seguito che sta avendo la nostra iniziativa) neanche dai due consiglieri del gruppo misto Mario Magnani e Nerio Giovanazzi, così come - dalla lontana val di Fassa - non si è ancora fatto sentire il consigliere della Ual Luigi Chiocchetti.

Infine l'altro grande assente: l'Upt. Il partito del presidente Dellai si è fatto superare a destra persino dalla Lega (tra i primi partiti ad aderire all'appello). E se anche il governatore si è detto favorevole al taglio delle indennità, finora non è mai giunta una presa di posizione chiara (in un senso o nell'altro, intendiamoci) da parte della segreteria del partito, benché essa sia composta dal noto «triumvirato» Giorgio Lunelli, Mauro Gilmozzi e Vittorio Fravezzi.

I favorevoli all'appello o al suo spirito li trovate scritti sul nostro sito (www.giornaletrentino.it) o indicati con nome e cognome qui sopra. C'è poi il caso del Partito Democratico che da giorni annuncia di lavorare ad un pacchetto di misure complessive per il contenimento dei costi della politica. Bene, bravi, bis. Ma ancora non si è capito (perché nessuno dei vertici del partito lo ha detto con chiarezza) che posizione assume il Pd di fronte alla proposta di taglio della paga: sì o no? I «forse» o i «vedremo» non sono ammessi.













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