Incentivi alle imprese, è battaglia

La legge arriva in aula. Ma torna anche l'«incubo» ostruzionismo


Chiara Bert


TRENTO. Per l'assessore Olivi si tratta di «una virata» per spingere le aziende ad investire di più e a farlo puntando su ricerca, innovazione, apertura ai mercati esteri. Per le minoranze «siamo ancora dentro la crisi e le imprese vanno aiutate anche sugli investimenti tradizionali». La legge sugli incentivi approda martedì in aula. Il rischio del muro contro muro c'è, ma si lavora per evitarlo.

Dopo la battaglia frontale sulla legge sulla protezione civile, nessuno vorrebbe ripetere il braccio di ferro che ha tenuto i consiglieri provinciali inchiodati in aula di notte, ma ad oggi nessuno si sente nemmeno di escludere che si arriverà di nuovo all'ostruzionismo. Le minoranze hanno pronti 570 emendamenti per bloccare la legge. Ieri mattina Lega, Pdl, Civica per Divina e Amministrare il Trentino si sono riuniti per mettere a punto una linea comune. E il vertice si è concluso ribadendo una serie di condizioni alla giunta: mantenimento al 15% dei contributi per gli investimenti fissi, aiuti solo per le aziende trentine e non per quelle con sede fuori provincia, altolà al rischio di incentivare la delocalizzazione.

«Se c'è la crisi, e la crisi c'è ancora, le aziende vanno aiutate - ammonisce Franca Penasa, rappresentante dell'assemblea delle minoranze - questa legge vorrebbe spostare tutti gli aiuti sugli investimenti in ricerca e sviluppo. Ma qual è la piccola e media impresa che oggi può permetterseli? Se il progetto è credibile e i documenti in regola, l'incentivo va dato a tutti».

Le opposizioni vedono il rischio di incentivi «distribuiti in modo discrezionale», invece serve una percentuale minima di contributi da attribuire con procedura automatica. «L'ideale - spiega Penasa - sarebbe il 20%, ma non certo il 7,5% deciso dalla giunta dopo che negli ultimi due anni l'aliquota era stata portata al 15%». Le minoranze puntano anche il dito sul rischio che gli incentivi non vadano a premiare le imprese trentine: «Su questo - insistono - vanno messi dei paletti, così come sull'internazionalizzazione, perché non si finisca per premiare chi delocalizza».

Il disegno di legge - che porta le firme degli assessori Olivi, Mellarini e Panizza - andrà ad aggiornare la legge 6 sugli incentivi, vecchia ormai di 10 anni. «Dieci anni in economia sono un'èra geologica - spiega l'assessore all'industria Alessandro Olivi - noi non intacchiamo l'impianto della legge 6, non andiamo ad abrogarla. Vogliamo aggiornare gli strumenti per sostenere le aziende in una fase di forte cambiamento. L'aiuto pubblico, soprattutto in un momento di calo delle risorse pubbliche, deve sostenere le imprese in quegli investimenti che non riuscirebbero a fare da sole». Olivi non chiude la porta alle richieste delle minoranze.

Lunedì mattina ci sarà un passaggio in giunta proprio per concordare la linea in vista dell'appuntamento in aula. «Sarebbe una sciocchezza arrivare al muro contro muro su una legge costruita insieme a imprenditori e sindacati - avverte l'assessore». E il presidente Lorenzo Dellai, sul punto, si è già espresso: «Mentre a livello nazionale - di fronte all'emergenza - si respira un clima di collaborazione, in Trentino le opposizioni presentano 570 emendamenti ad una legge importantissima: non serve aggiungere altro».













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