Gubert: «Politici, un patentino di accesso e meno privilegi»
TRENTO. «Con le indennità di oggi, l'idea della politica come servizio evapora a favore di una condizione di privilegio. Si scatena una gara mostruosa per arrivare a fare il consigliere provinciale e portare a casa centinaia di migliaia di euro». La pensa così Daniele Gubert, 39 anni, figlio dell'ex senatore Renzo e oggi capogruppo de «La mia valle nel cuore» nella comunità di valle del Primiero. Anche lui ha firmato l'appello del «Trentino»: «Sono contrario alla politica come privilegio e come professione. Per questo l'iniziativa mi è sembrata lodevole. Accanto alla riduzione delle indennità credo servano alcune iniziative. Innanzitutto un limite al numero dei mandati e un rafforzamento dell'incompatibilità di chi viene eletto con altre funzioni pubbliche, come troppo spesso avviene nei paesi. Ma soprattutto servirebbe una scuola di preparazione alla pubblica amministrazione, una sorta di "patentino di accesso". I nuovi eletti non hanno una preparazione specifica, una maggiore qualità giustificherebbe anche un compenso importante». E il rischio che i liberi professionisti si tirino indietro, scoraggiati da indennità ridotte rispetto ai loro stipendi? «Evidentemente chi la pensa così non ha uno spirito di servizio disinteressato, meglio continui a fare quello che fa». (ch.be.)