Galluccio: «Meno privilegi a chi già ha»
L'esponente Uil vede nei tagli una chiave per il ricambio generazionale
TRENTO. Si definisce un «migrante siciliano, fuggito dalla sua terra dopo le elezioni politiche del 2001». Attualmente si dichiara «prigioniero politico del Trentino, dove faccio il sindacalista». Giovanni Galluccio, responsabile agricoltura per la Uil, "esule" nella nostra terra, ha firmato l'appello per la riduzione degli stipendi dei politici lanciata dal Trentino. E lo ha fatto partendo da una certezza: «Mi sono convinto di una cosa - spiega -: in Italia i politici, i sacerdoti e i sindacalisti sono le categorie maggiormente protette in circolazione. Io, che faccio parte di uno dei tre gruppi in questione, invito anche tutti gli altri alla parsimonia».
Insomma, un monito che viene "dal di dentro", da parte di chi, in qualche modo, ritiene di far parte di un gruppo di «protetti» ma allo stesso tempo ha il coraggio di tirare in ballo tutti quelli che considera i colpevoli di una crisi che tiocca tutto il Paese.
«La verità è che io sono indignato. Indignato che questi sprechi e questi eccessi nascando dal fatto che in questo Paese ci sia una crisi generazionale senza precedenti. Per cui tutte le grandi organizzazioni non fanno entrare i giovani e chi è già dentro preferisce tenersi tutto per sé. Ecco perché ho firmato ed aderito al vostro appello. Io stesso, da sindacalista, mi sono trovato a scontrarmi coi miei vertici proprio per questo motivo. E non sono più neppure io un ragazzino. Ma chi oggi ha di più tiene fuori i giovani, che hanno meno. La politica in questo è maestra. Basti vedere quanto è successo nelle elezioni per le Comunità di valle nelle quali, generalmente, è vero che i giovani sono stati coinvolti. Ma solo fino a che sono risultati utili per raccogliere consensi». Insomma, un'adesione all'appello che guarda alle generazioni di domani, anche al di là della crisi economica che colpisce oggi. (a.m.)