Della Volpe: «Abbassare gli stipendi ai politici, aumentarli ai precari»
TRENTO. «Ci troviamo di fronte a situazioni paradossali. Da una parte politici strapagati, dall'altra brillanti ricercatori e dottorandi universitari che prendono a mala pena 1.000 euro al mese». A parlare è Claudio Della Volpe, ricercatore di chimica e fisica applicata alla facoltà di Ingegneria dell'Università di Trento e membro del consiglio d'amministrazione dell'ateneo per due anni e mezzo. «A furia di giustificare che buona parte dello stipendio dei politici va ai partiti, si è arrivati a cifre non concepibili, molto più alte degli stipendi normali. D'altra parte, essendo i politici stessi coloro che decidono del loro stipendio, è ovvio che ci sia stata una tendenza all'aumento. Bisognerebbe, invece, abbassare gli stipendi dei politici, spropositati, e aumentare quelli dei giovani precari, che sono francamente ingiusti e inadeguati». Poi il ragionamento passa ai consiglieri provinciali. «Trovo incomprensibile che guadagnino di più rispetto ad altri politici che ricoprono ruoli più importanti in altri Paesi. È normale e giusto che la democrazia abbia dei costi, però, questi devono essere congrui e trasparenti. Per questo credo che quella del Trentino sia una campagna giusta, anche se non deve diventare demagogica e anti-politica. Certo, è assurdo che gli stipendi medi degli italiani siano tra i più bassi d'Europa, mentre quelli dei nostri politici sono tra i più alti». (j.t.)