Centro diurno di Cinte, la storia è finita

L’assessore provinciale Donata Borgonovo Re è stata chiara: «Gestirlo costa troppo ed ormai è già deciso: deve chiudere»


di Silvia Fattore


CINTE TESINO. Il centro diurno di Cinte Tesino chiuderà a fine mese. La scelta verrà confermata in giunta provinciale nei prossimi giorni ma l'assessore alla salute e alla solidarietà Donata Borgonovo Re è stata molto chiara: «Non ci sono i numeri per tenere aperta la struttura e le risorse provinciali sono sempre meno». E' questo ciò che è emerso martedì sera dall'incontro in sala consigliare a Cinte tra l'assessore Borgonovo Re, e la popolazione del Tesino.

Durante la serata l'assessore ha spiegato che la decisione era stata presa già prima delle elezioni, ma che «dato il periodo di crisi non può essere revocata perché il servizio è scarsamente utilizzato e ci sono realtà che necessitano molto più di Cinte. Non è una questione politica: nel 2013 un gruppo di esperti ha lavora per delineare nuove direttive e riorganizzare le Rsa e i centri diurni, e purtroppo quello del Tesino è risultato troppo oneroso. Ci sono stati anni floridi in cui si è fatto molto, ma oggi la situazione è cambiata. Ci saranno tagli per tutta la sanità e occorre procedere in modo razionale. Il Centro diurno di Cinte è stato pensato per 20 persone. Ad oggi gli iscritti sono 10 di cui solo 3 del Tesino e 2 non usano la struttura tutti i giorni. Si è calcolato che la spesa è di circa 33.000 euro a utente, contro i 18.000 per esempio delle realtà di Cles. Il servizio non verrà tagliato, ma semplicemente spostato perché gli anziani potranno essere assistiti all'Apsp Suor Agnese di Castello Tesino che è una struttura di eccellenza. Sono dispiaciuta di questa situazione però non mi è possibile agire in modo diverso perché non sarebbe equo nei confronti delle altre realtà. Piuttosto, invece, si deve pensare a un modo per riutilizzare questa bellissima struttura che non può e non deve andare sprecata».

Tra gli ascoltatori c’era anche Leonardo Ceccato, ex sindaco di Cinte e consigliere di Comunità di valle che ha sollevato diverse questioni. «Innanzitutto bisogna capire come Mario Dalsasso presidente dell'Apsp S. Lorenzo di Borgo sia riuscito a far trasformare un finanziamento pubblico destinato a un centro Alzheimer, quello di Scurelle, in risorse per un centro diurno nonostante in Valsugana e Tesino ce ne fossero già due. E poi come mai la struttura di Cinte è costata 3,3 milioni di euro? Non sono troppi? Senza contare che nel 2012 sono stati spesi altri 98.000 euro. Direi, quindi, che siamo davanti a un vero e proprio spreco di denaro pubblico. Non siamo indignati perché il Centro diurno di Cinte chiude, ma perché un servizio che c'è già ed è costato molto viene soppresso mentre in Valsugana si spendono soldi per aprirne uno uguale. Non solo. Questa decisione è stata presa mesi fa di nascosto senza che nessun sindaco o la Comunità di valle fosse informata».

All'incontro era presente anche la consigliera provinciale Chiara Avanzo. «Fin da subito - dice - mi sono impegnata affinché non si arrivasse alla chiusura di un punto di riferimento per tutta la popolazione del Tesino e sono dispiaciuta di come la situazione si è evoluta. Da parte mia do piena disponibilità per trovare una soluzione alternativa per l'utilizzo del Centro aiutare le due lavoratrici che a fine mese verranno licenziate».

Al termine della serata il sindaco di Cinte Celestino Buffa e altri del pubblico hanno ringraziato la Borgonovo Re per aver avuto l'onestà di presentarsi all'incontro e per aver fatto promesse che non possono essere mantenute. Ora l'impegno degli amministratori è quello di trovare un modo per utilizzare la struttura senza che questa venga sprecata.













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