Boniatti: «Pronta ad incontrare i delusi» 

M5S diviso sulla candidata a Rovereto. Silenzio dei vertici. Il Gruppo Alta Garda: «Si è scelto bene tra chi ha competenze»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. I superstiziosi fanno notare che il tempio di Adriano, in piazza di Pietra a Roma, non sembra portare bene al plotoncino di 8 candidati dei Cinquestelle. Quali? Quelli che Luigi Di Maio, lunedì scorso, ha voluto presentare personalmente, in pompa magna. Il primo del gruppetto, l’ammiraglio Rinaldo Vieri, non ha fatto in tempo ad uscire dal tempio, che già doveva salutare la compagnia grillina visto che, si è scoperto, era già consigliere comunale in carica, con un altro partito. Ora, nell’occhio del ciclone ci è finita un’altra di quegli 8, ovvero Cinzia Boniatti, a sua volta apparsa a fianco del candidato premier del M5s.

E di ieri la notizia che tre esponenti storici del Movimento si sono autosospesi per protestare contro la scelta della persona in questione, Boniatti, alla Camera di Rovereto. Sono tre ex candidati a sindaco ed attuali consiglieri comunali, ovvero Flavio Prada di Riva del Garda, Giovanni Rullo di Arco e Paolo Vergnano di Rovereto. I tre, con una lunga lettera da cui traspare una sincera amarezza, spiegano di «aver notato una certa arroganza nella scelta e di sentirsi in estremo imbarazzo per il modo in cui ci si è arrivati». Tradotto in soldoni: noi siamo qui da anni, nessuno ci ha consultati e ora ci troviamo in pista dei nomi (oltre che su Boniatti ci sono malumori su Matteo Perini, al Senato sempre a Rovereto) con cui non abbiamo condiviso nulla.

Resta da capire quanto il maldipancia sia diffuso visto che a stretto giro di mail altri grillini di zona, con un comunicato firmato Alta Garda e Ledro, ieri si sono affrettati a fare sapere come il Movimento 5 Stelle «Stia vivendo una fase storica e, come spesso accade in questi casi, è possibile che alcuni perdano di vista il nostro obiettivo e non abbiano una chiara percezione della responsabilità che ci attende». In Alto Garda e Ledro sembrano aver fatto proprio un linguaggio governativo, molto simile a quello di Di Maio o del parlamentare trentino Riccardo Fraccaro, visto che avvertono: «Con le candidature nei collegi uninominali, accanto all'esperienza dei parlamentari uscenti, sono state raccolte le disponibilità e le competenze di chi da anni opera bene nel proprio territorio in tutti i diversi ambiti».

E’ il caso di Boniatti, magari con vecchie esperienze politiche alle spalle ma con competenze molto fresche, sull’abitare condiviso, il famoso “cohousing”. Fraccaro l’ha incontrata per la prima volta un paio di settimane fa. Ne è rimasto evidentemente ben impressionato tanto da candidarla alla Camera dei deputati. Boniatti è finita subito a Roma con Di Maio che poi l’ha persino citata a Londra, come un esempio, davanti agli azionisti della City: «Da parte mia c’è la totale disponibilità ad incontrare tutti e mi spiace molto che i tre esponenti del Movimento si siano risentiti per la scelta del mio nome» osserva Bonificati. «Mi piacerebbe che ci confrontassimo sui temi di cui mi occupo da anni, molto rilevanti, legati ad un benessere diffuso, alla coabitazione, alla longevità. Sono argomenti di grande importanza. Non c’è stato il tempo, e ripeto mi spiace, per parlare con tante persone che, mi rendo conto, da anni lavorano per il M5s. Ma sono convinta - conclude – di potermi confrontare in modo costruttivo».













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