«Basta politically correct: sono tossici»

Per il questore Giorgio Iacobone il contrasto passa anche attraverso il linguaggio e le parole



TRENTO. La lotta alla droga va combattuta con le indagini e le operazioni ma anche con il linguaggio. A dirlo è Giorgio Iacobone, questore di Trento cui il tema degli stupefacenti sta molto a cuore. E quindi lancia un sasso un po’ diverso dal solito, il sasso della parola. Una in particolare ed è «tossico». Il suo ragionamento parte da un interrogativo: come contrastare lo spaccio oltre che con operazioni come quella della mobile? «Io voglio porre l’accento sul linguaggio - spiega - e quindi bisogna usare le parole giuste. E tutti coloro che fanno uso di droghe devono essere chiamati con il loro nome: tossici. Ormai siamo arriva al punto che neppure un eroinomane viene comunemente definito tossico e questo perché l’eroina la fuma e non si fa il buco. Invece l’uso di parole che hanno un disvalore sociale è importante per sottolineare tutto quello che ruota attorno al mondo della droga». Insomma un calcio al politically correct che potrebbe servire per far intendere immediatamente un concetto negativo come quello della droga togliendogli magari un’aurea di accettazione sociale. Ma ci sono altri aspetti che stanno a cuore al questore. «Gli arresti che sono stati messi a segno negli utlimi giorni e che sono legati al binomio piazza Dante-droga, dimostrano che le ragioni dei contrasti della settimana scorsa fra i centro africani e i nord africani siano legate allo spaccio e non motivi razziali «se non in misura minore» come ha sottolineato. E poi una promessa importante alla città e chi ci abita. «Continueremo in questo affondo - ha spiegato Iacobone - fino a quando non potrò nuocere a nessuno nemmeno l’ultimo di quelli che volevano spadroneggiare o pensavano di poter spadroneggiare a Trento». Infine una riflessione che spiega l’aumento della maggior offerta di eroina in città negli ultimi mesi. «La presenza massiccia di questo stupefacente è in gran parte legata alla sovraproduzione di eroina che ha portato ad un calo del prezzo al dettaglio». Insomma c’è così tanta eroina che per smerciarla si abbassa la richiesta di denaro. E poi il fatto che per provarla non si usi più la siringa ma si sia passati a fumarla ha probabilmente avvicinato ulteriormente delle persone - in particolare giovani se non giovanissimi - a questo tipo di spaccio.

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