Aperto il Trincerone sullo Zugna

Dopo le polemiche dei mesi scorsi terminati i lavori alle fortificazioni


Michele Stinghen


ROVERETO. «Maledetta Rovereto se non saprà sfruttare questo museo all'aperto della Grande Guerra»: il commento di Alberto Miorandi, presidente del Museo della Guerra, non poteva essere più azzeccato, nel salutare la fine dei lavori al trincerone in Zugna. Ieri la Fondazione Cengio Alto ha riconsegnato al Comune l'area, cent'anni fa fronte tra Italia ed Austria.

Un anno fa la ricostruzione del muro del cosiddetto trincerone, quello che consentì agli italiani di sbarrare il passo agli austriaci, scatenò molte polemiche. Il muro, rifatto, rende evidente la distinzione tra esistente e al tempo stesso dà l'idea al profano di cosa c'era all'epoca. Affacciandosi dalla trincea, si scorgono, a neppure cento metri di distanza, sotto il tornante della strada, i resti della trincea austriaca.

Ci si poteva parlare l'un l'altro, invece ci si sparava. Qui, stretti tra due precipizi, i due eserciti bloccarono l'avanzamento del "nemico": gli italiani avrebbero altrimenti conquistato Rovereto, gli austriaci avrebbero dilagato in pianura. Un'area così piccola, circoscritta in appena 1 chilometro e mezzo, questa la lunghezza del nuovo percorso di visita, fu decisiva.

Fino a pochi anni fa, pochissimi ne erano a conoscenza, non si vedeva nulla, perché il bosco aveva occultato tutto. «Grazie al buon senso della forestale, abbiamo potuto rivificare l'area, sono affiorati punti di guardia, postazioni, trincee - ha detto il presidente della Fondazione Cengio Alto, Giampaolo Ferrari - offriamo un'immagine reale di ciò che fu». Vivi apprezzamenti per l'esito dei lavori sono arrivati dal vicesindaco Daicampi, e dall'assessore alla cultura provinciale Panizza.

Ma non sarebbe finita qui, perché la Fondazione, grazie al lavoro della Sat ed in particolare del gruppo grotte, ha scoperto ed esplorato le gallerie, italiana ed austriaca, sottostanti: ci sono 1800 metri di camminamenti, «Cercheremo di aprire due o tre siti in galleria», auspica Giampaolo Ferrari.  Da adesso i tre ettari e mezzo sullo Zugna sono tornati al Comune. Ora il sito deve essere mantenuto, perché il bosco farebbe presto a cancellare tutto. Il sentiero di visita non è sempre evidente, si possono fare delle migliorie.

Il trincerone, assieme a forte Pozzacchio, Nagià Grom, il Pasubio ed altri siti fa dell'area roveretana qualcosa di formidabile per ricordare ciò che fu la Prima Guerra Mondiale. Se Rovereto non la sfrutta, «È meglio che andiamo tutti a casa», come dice Alberto Miorandi del Museo.













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