Antidepressivi, è stato l’ anno del boom

Nel 2011 aumento del 3,7%. Ma il numero di dosi ogni mille abitanti si è fermata a 33,6: sotto la media nazionale


di Luca Marognoli


TRENTO. Siamo consumatori medi di antidepressivi ma nel 2011 c’è stata un’impennata che neppre gli specialisti riescono a spiegare. Il dato arriva dal rapporto sull’uso dei farmaci in Italia 2011 dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Il consumo di antidepressivi in Trentino è aumentato in un anno del 3,7%. E’ il secondo incremento più elevato dopo quello della Lombardia, che sfiora il 4% (ha raggiunto quota 3,9%). Siamo a più del doppio della media nazionale, che si ferma all’1,7%, denotando comunque una crescita costante in quasi tutte le regioni: solo Liguria (-0,4%) e Puglia (-1,1%) hanno registrato un calo.

Tuttavia, se guardiamo al dato assoluto, la nostra provincia si colloca a metà classifica, con 33,6 dosi per mille abitanti consumate ogni giorno. Analizzando il panorama nazionale siamo infatti all’12° posto, in una classifica guidata nettamente dalla Toscana, con 55,9 dosi, davanti alla Liguria (48,1) e alla nostra vicina Bolzano (44). Inoltre consumiamo 2,5 dosi in meno di quante ne vengono acquistate in tutta Italia, che vanta una media di 36,1.

Un Trentino “senza infamia e senza lode”, in sintesi, quanto ad assunzione di farmaci antidepressivi, che non differisce sostanzialmente dal quadro nazionale: siamo molto lontani dagli estremi, dal vertice ma anche dalle 27,8 dosi della “privilegiata” Campania. Inoltre, pur mantenendo un consumo superiore a quello di tutte le regioni meridionali, dove si soffre meno di questa grave patologia e il tasso di suicidi è enormemente più basso rispetto a quello del Nord Europa, siamo quasi in coda tra le regioni del Nord: meglio di noi, anche se di poco, solo la Lombardia (33,4 dosi) e il Friuli Venezia Giulia, unica regione sotto la soglia del 30 al di là del Po (29,3).

Resta da spiegare il divario così sensibile con l’Alto Adige, dove si assumono oltre dieci dosi in più al giorno.

Fenomeno globale. Il fenomeno è di portata non solo nazionale, ma globale. «Nell’ultimo decennio - commenta il direttore generale dell’Aifa Luca Pani - il consumo di antidepressivi è cresciuto in maniera drammatica: da una parte, per l’aumentata prevalenza di depressione ed altri disturbi psichiatrici di comune riscontro nella popolazione generale, quali ansia ed attacchi di panico; dall’altra, per la maggiore maneggevolezza di altri antidepressivi di recente commercializzazione e degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Ssri)».

La prevalenza di depressione è più alta nelle donne rispetto agli uomini ed aumenta in maniera rilevante all’aumentare dell’età, con un picco vicino al 15% negli ultra 75enni, «valore probabilmente sottostimato a causa dei casi di depressione frequentemente non diagnosticati in età avanzata». Nello specifico, tra i pazienti in terapia antidepressiva nel corso del 2011, è stata osservata un’aderenza al trattamento del 24,6%, valore molto basso e in diminuzione del 1,4% rispetto all’anno precedente. Le realtà con la maggior percentuale di soggetti aderenti al trattamento antidepressivo sono state proprio le province di Bolzano e Trento e la regione Friuli Venezia Giulia; al contrario, quelle con la percentuale più bassa sono risultate Basilicata e Calabria.

Le analisi per genere e per fasce d’età non mostrano particolari differenze, ad eccezione di un lieve aumento della aderenza nei soggetti più giovani (25,2% negli over 45) e di sesso femminile (24,9%). In questo scenario, oltre agli specialisti, i medici di medicina generale giocheranno un ruolo di primo piano, in quanto circa il 50% dei pazienti affetti da depressione sono presi in carico da questi ultimi.

Antidiabetici e antibiotici. Quanto alle altre classi di farmaci, nel 2011 sono state consumate 53,3 dosi di farmaci antidiabetici, con i consumi più elevati in Sicilia (77,3 dosi), Calabria (61,8 dosi) e Abruzzo (61,2 dosi), mentre proprio il Trentino presenta i consumi meno elevati (38,6 dosi), seguitto dall’Alto Adige (38,9 dosi) e dall’Emilia Romagna (41 dosi). Per quanto riguarda gli antibiotici, la regione con il più elevato numero di dosi prescritte, in diminuzione rispetto al 2011, è la Campania (31,7 dosi), seguita dalla regione Puglia (29,5 dosi) e dalla Sicilia (28,4 dosi). Registrano i consumi meno elevati la Provincia di Bolzano (12,7 dosi), il Friuli Venezia Giulia (15,2 dosi) e la Liguria (16 dosi). I trentini consumano oltre 4 dosi in più rispetto agli altoatesini, collocandosi a quota 17 dosi, comunque al di sotto delle 22 della media nazionale.

I consumi. E’ stata rilevata un’ampia variabilità regionale nei consumi e nella spesa territoriale per i farmaci. La spesa, a fronte di una media nazionale di 204,3 euro pro capite, oscilla da un valore massimo di 258 euro pro capite registrato nella regione Sicilia ad un valore minimo di 149 euro della Provincia di Bolzano. Trento si colloca a 162,2.

Il consumo è in aumento in quasi tutte le regioni, ad eccezione di Abruzzo, Campania e Puglia. Gli incrementi più elevati rispetto al 2010 si registrano in Lombardia, nella provincia di Bolzano (+3,1%), mentre Trento è al terzo posto con il +2,7%.

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