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Addio «Lodi» al Galilei: «Noi come le altre scuole»

Il preside Dalvit fa chiarezza sul caso sollevato da un’interrogazione: «Mi erano state segnalate discriminazioni. Ma si potrà ancora pregare»



TRENTO. La recita delle "Lodi" sospesa al Liceo Galilei, episodio denunciato in un’interrogazione della Lega Nord, viene definito dal preside Flavio Dalvit una «tempesta in un bicchiere d'acqua». Per il dirigente la stampa, anche nazionale, ha dato «un'interpretazione che ha fatto diventare un caso quello che caso non è». Dalvit parte illustrando fatti ed antefatti: «L'aula "polivalente" del "Galilei" viene aperta alle ore sette e mezzo per accogliere gli studenti pendolari, che altrimenti dovrebbero attendere all'esterno l'inizio delle lezioni. Da alcuni anni (meno di una decina, per quello che ne so) un gruppo di alunni, accompagnati da alcuni docenti, previa autorizzazione, era solito ritrovarsi lì per momenti di riflessione e meditazione e per recitare le "Lodi". Fin qui, tutto bene. La mia posizione è sempre stata ed è quella della massima apertura, e favorire anche questi momenti mi era sembrato del tutto naturale. Qualche settimana fa tre rappresentanti del Consiglio dell'Istituzione chiedevano un colloquio per riportare le preoccupazioni manifestate loro da alcuni genitori». Le preoccupazioni - continua Dalvit - non riguardavano le Lodi in sé e per sé, ma la non opportunità della presenza degli insegnanti; ai loro figli, infatti, sembrava che le votazioni risentissero, in qualche modo, della partecipazione o meno al gruppo; ritenevano che uno studente si fosse aggiunto al gruppo stesso per opportunismo, non avendo prima mai manifestato interesse di tipo religioso; e citavano una battuta discriminatoria che sarebbe stata rivolta in classe al gruppo dei non partecipanti».

«Premesso che personalmente ho la massima stima degli insegnanti coinvolti, era comunque impossibile stabilire se quanto riportato avesse molto, poco o nessun fondamento. Un fatto era, ad ogni modo, certo: la serenità complessiva era compromessa e quindi, in attesa di valutare la cosa assieme al Consiglio dell'Istituzione, ho temporaneamente sospeso l'iniziativa. Con questo, il "Galilei" si è allineato agli altri istituti superiori in nessuno dei quali, per quanto mi è noto, vige una consuetudine di questo tipo».

Nella recente riunione - precisa il preside - ho proposto al Consiglio la possibilità di individuare un ambiente per momenti di raccoglimento e riflessione. Quasi tutti gli interventi hanno evidenziato la non opportunità di questa scelta, per mantenere distinte le finalità della Scuola da quelli che sono convincimenti e sensibilità personali, peraltro del tutto legittimi. Alla riunione hanno assistito anche un genitore e alcuni studenti interessati alle "Lodi", che hanno potuto, su mia proposta, partecipare al dibattito. Con 2 voti a favore e 12 contrari il Consiglio non ha accolto l'iniziativa. Questo significa forse che al "Galilei" è "vietato pregare"? Assolutamente no! L'aula polivalente era e continua a rimanere aperta dalle sette e mezzo in poi ed è utilizzabile dagli studenti per attività individuali o di gruppo, purché siano rispettose delle norme della civile convivenza. Alcuni ne approfitteranno per studiare, altri per chiacchierare con gli amici, altri reciteranno le Lodi, altri ancora si infervoreranno pensando all'ultima partita di calcio».













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