Ciclabile di Limone, Gardesana «invasa» da pedoni e bici 

Sono sempre più le persone che vogliono raggiungere il percorso a sbalzo sul lago. A rischio la sicurezza


di Sara Bassetti


RIVA. Rischiare di essere investiti da un'auto per andare a godere di un panorama mozzafiato. Può accadere sempre e ovunque, ma sulla Gardesana Occidentale le probabilità sono decisamente elevate anzi, in alcuni punti, nell’ultimo periodo lo sono ancora di più. È il caso del tratto di statale 45 bis compreso tra Riva del Garda e Limone, negli ultimi giorni preso letteralmente d’assalto da ciclisti (ma anche da pedoni) attratti dal desiderio di percorrere la nuova pista ciclopedonale a sbalzo sul lago, inaugurata lo scorso 14 luglio. Un’opera di grande impatto scenico e di straordinaria bellezza che attira ogni giorno più utenti, ma che potrebbe creare qualche problema. Chi decide di imboccarla partendo da Limone deve infatti lasciare l’auto nei parcheggi pubblici della località lacustre, e dirigersi verso il tratto vecchio della ciclabile che dall’hotel Panorama porta a Capo Reamol, dove inizia la ciclopista: un percorso di un paio di chilometri, che possono essere superati attraversando il paese, ma che da molti vengono, invece, percorsi sulla carreggiata, priva di marciapiede. La ciclopedonale, inoltre, termina al confine con la provincia di Trento, e chi desidera raggiungere Riva del Garda deve proseguire sulla Gardesana. L’accesso nord, autorizzato dall’Anas in attesa della realizzazione del tratto di competenza di Trento, è peraltro riservato esclusivamente ai pedoni, ma non vi è alcun parcheggio nei pressi. Limitati anche i parcheggi nella zona di Capo Reamol e dell’hotel Panorama, cosa che ha costretto i gestori di quest’ultimo a delimitare l’area riservata ai clienti e che obbliga l’autobus di linea a fermarsi sulla strada poiché molto spesso la piazzola di sosta è occupata da automobili. A questo vanno aggiunte le problematiche che si porta appresso una strada progettata negli anni Trenta e sempre più inadeguata al traffico che la percorre. Chi la frequenta abitualmente ha ben presente quale sia la situazione: code infinite, caos, un sovraffollamento di camper, pullman di linea e turistici, che nei mesi estivi aumentano esponenzialmente. E, come se non bastasse, di camion. Auto costrette talvolta a spostarsi verso il centro della carreggiata a causa della conformazione delle gallerie, che passano a un soffio dalle biciclette o dai pedoni che le percorrono in fila indiana, in pericolo soprattutto al buio, quando per i conducenti delle auto diventano praticamente invisibili (e la pista è liberamente percorribile anche di notte, grazie ad un’illuminazione a led). Una situazione che probabilmente necessita di una maggiore organizzazione e di qualche riflessione sulla razionalizzazione dei flussi di persone che vi si riversano, oltre che di controlli e maggiore segnaletica. O di una pista ciclabile senza interruzioni. Ma i tempi per questo non sembrano ancora essere maturi.













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