Strade ghiacciate, raffica di incidenti 

Prima il ribaltamento di una vettura in via Montesei. Poi sull’ex statale per Levico scontro fra auto e cadute in bicicletta



PERGINE. Strade ghiacciate ovunque ieri mattina e comunque a Pergine e dintorni tanto che in centro qualcuno è andato ruzzoloni (alle 10, per la verità, in centro, c’era il mezzo spargi sale): ma in periferia qualche auto si è ribaltata, ed è successo per esempio alle 7.20 in via Montesei, dove una monovolume si capovolta fermandosi su un fianco, senza conseguenze per chi guidava. Sono intervenuti polizia locale e pompieri. Ben più grave l’episodio avvenuto lungo la ex statale per Levico a un malcapitato ciclista (a.b.) che da anni si reca al lavoro (a Pergine, da Rancegno) in bici. E che ha fatto un riassunto di quanto gli è capitato ieri mattina nei pressi della Sella di Vignola (Assizzi).

“Sebbene su un innocuo rettilineo in piano, diverse macchine erano nel fosso, a causa di una lastra di ghiaccio delle cui virtù mi sono reso conto solo quando, al solo rallentare davanti all'uomo che sventolava la bandierina arancio, mi sono trovato per terra appena toccato il freno. Rialzatomi, mi sono messo a fare foto della situazione”. È stato a quel punto che le forze dell’ordine presenti gli hanno chiesto la carta d’identità (fotografandola). Il racconto prosegue: “Dopo aver superato, spingendo la bici, il luogo del sinistro, ho notato che veniva data via libera a tutte le auto della coda che nel frattempo già si era formata. Non mi sembrava il caso di avventurarmi in bici lungo la discesa ghiacciata: la prima automobile che fosse nuovamente sbandata avrebbe potuto centrarmi in pieno e mi sono fermato dunque per prudenza in un'ampia piazzola dalla quale, nell'attesa, ho scattato un'ultima foto alla scena presa dall'altro lato. Orbene, in quell'istante sono stato “affrontato” da una vigilessa, stavolta della polizia locale di Pergine, secondo la quale io, appartato sulla piazzola intralciavo (!!!) il traffico e il suo lavoro. Le ho chiesto se il suo lavoro fosse appunto quello di mandare addosso a una bici tutte le automobili, ma (infastidita in realtà solo dalla macchina fotografica) non sembrava captare il ragionamento”.

L’autore del “racconto” ricorda che “dal 2005 vado e vengo 200 giorni all'anno in bici per quella strada, che in questi 4.800 passaggi all’anno ho incontrato controlli dei carabinieri solo 2 volte, nella piazzola al km 5; che nel frattempo la strada sta diventando sempre più trafficata, per via dei furbetti che temendo code sulla SS47 vengono a sgommare su questa strada piena di curve, e comunque priva di rallentatori, rilevatori, controlli di polizia”. Ricorda il ciclo-concorso Pedala Trentino definendolo una baracconata inventata della Provincia con lui iscritto con 7.500 km in sei mesi. “Potrei vantarmi, dice poi, di aver risparmiato tanti metri cubi di anidride come uno dei Cittadini Virtuosi di questa Provincia Perennemente all'Avanguardia però... nel 2012, quando sono stato centrato in pieno da un furgone, l'Inail di Trento mi ha scaricato inviandomi per raccomandata, dopo 18 mesi, fotocopia dell'orario delle corriere”.

“Ora mi dicono, conclude, che qualcosa sia cambiato, pare in peggio visto che le risorse sembrano andare più all'Orso e alla Neve Artificiale che non alla sicurezza, o anche solo sopravvivenza, del generico Cittadino Virtuoso. Per non dire dello spettacolo penoso di una regione alpina che viene bloccata da qualche cm di neve naturale e/o qualche mm di ghiaccio (parimenti naturale, anche se ben coadiuvato da artificiale negligenza) come si sta vedendo in questi giorni”.















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