cavedine 

Nuova vita per la casa delle suore  

L’Apsp Valle dei Laghi la trasformerà in un centro sanitario



CAVEDINE. Sono stati attivati in queste settimane alla Apsp “Valle dei Laghi” due nuovi servizi sanitari, che qualificano ulteriormente la gamma delle opportunità per il miglioramento della salute sia degli ospiti della struttura che degli esterni. Questo con l’obiettivo, voluto dal consiglio di amministrazione dell’azienda, di ampliare l’offerta socio-sanitaria sul territorio e porsi quindi come punto di riferimento per l’erogazione di servizi a favore della comunità della valle dei Laghi.

Si tratta dell’ozonoterapia, una metodica d’avanguardia finalizzata, per dirla con parole povere, all’”ossigenazione del sangue” che viene impiegata per la cura del deterioramento cognitivo e non solo; l’altra è la bioimpedenziometria, impiegata in questo caso per la determinazione della composizione corporea nell’ambito del trattamento dei disturbi alimentari.

L’iniziativa, proposta dal direttore dottor Dalbosco, è stata resa possibile al fine di abbattere i costi sia di acquisto, ma anche di utilizzo, con la collaborazione dell’Apsp “Opera Romani” di Nomi, con quale la struttura di Cavedine ha in essere forme di consortilizzazione dei servizi (ultimo in ordine di tempo la preparazione dei pasti), che hanno abbassato considerevolmente, grazie alle economia di scala, i costi di gestione.

Quest’ultimo investimento fatto dall’Apsp Valle dei Laghi ha comportato, fra apparecchiature e predisposizione degli ambulatori a Nomi, una spesa complessiva di circa 70.000 euro, che, se per gli ospiti della Rsa è totalmente gratuita e quindi non incide sulla retta, sarà ammortizzata nel corso del tempo con le entrate provenienti dagli utenti esterni e pare, nonostante il servizio sia partito a Cavedine da poco, riscuota interesse per le richieste del territorio, visto che sono esauriti tutti gli appuntamenti fino alla fine di settembre. Altro fondamentale obiettivo, per il quale è già presentata nei mesi scorsi la richiesta di finanziamento, che dovrebbe essere inserita nel piano provinciale 2019, riguarda la ristrutturazione della “Casa delle suore”: un vecchio immobile sul retro della Rsa, che parecchi decenni fa era l’abitazione delle religiose che gestivano la casa di riposo e che da molto tempo è inutilizzato. L’iniziativa, proposta dal direttore e sostenuta dal cda uscente, prevede al pianterreno la zona ambulatori (da trasferire dall’edificio della Rsa) con il centro prelievi, la geriatria, la medicina dello sport, palestra di fisioterapia e riabilitazione, psicologia clinica, psicoterapia, terapia del dolore e neuropsicologia. Al piano superiore l’attivazione di 4/5 posti letto da offrire sul segmento privato per il passaggio intermedio territoriale fra ospedale e domicilio su progetti di riabilitazione neuropsicologica e motoria. Il costo della ristrutturazione dovrebbe aggirarsi attorno ai 600 mila euro. (m.b.)













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