«Fare il sindaco non è facile il sistema ingessa i Comuni» 

Il giorno dopo l’avviso di garanzia. Mentre Mezzocorona gli esprime solidarietà per la vicenda della Adige Bitumi, Hauser difende il suo paese associato ad una discarica abusiva


DANIELE ERLER


Mezzocorona. La verità giudiziaria, ovviamente, dovrà essere accertata in Tribunale e non ci si deve dimenticare della presunzione d’innocenza. Ma la notizia dell’indagine sulla discarica abusiva di limo, che coinvolge, oltre ad Adige Bitumi, anche il sindaco Mattia Hauser (così come riportato ieri dai giornali), non poteva che far discutere a Mezzocorona. In realtà la sensazione è che si sia alzato un coro di solidarietà nei confronti del sindaco, in attesa che la vicenda possa essere chiarita, in un senso o nell’altro. Anzi è lo stesso Hauser a ringraziare le persone che gli sono state vicino: «Sono molto emotivo, ho bisogno dell’empatia degli altri. Mi ha fatto piacere ricevere tanti messaggi di vicinanza e stima».

Sindaco, come sta vivendo questa situazione?

Io sono molto sereno perché sono convinto di aver agito in maniera corretta. Tutto quanto lo abbiamo fatto in buona fede. Ma indipendentemente da quello che sarà stabilito dalla Procura, e senza entrare nel merito della vicenda, quello che dispiace è che il nome di Mezzocorona sia stato associato alla presenza di una discarica abusiva, anche sui giornali nazionali. In realtà, stiamo parlando di un mucchio di limo, derivante dalla lavorazione della ghiaia. Anzi, ci sono altre regioni in Italia che neppure lo considerano come rifiuto. Non sto facendo un’arringa difensiva, non entro nel merito della legge e della sua interpretazione. Mi riferisco a come qualcuno ha raccontato questa vicenda.

Però ci diceva che la sua sensazione è che i cittadini non l’abbiano abbandonata.

Hanno capito che l’avviso di garanzia è innanzitutto una tutela nei miei confronti. E io sono totalmente a disposizione della magistratura: possono fare tutte le indagini di cui hanno bisogno. Semplicemente, io ce la sto mettendo tutta per fare il sindaco, che è una cosa che amo fare. Al di là degli errori che possano aver fatto, o non fatto, le aziende che operano sul territorio. Ma la presunzione di innocenza vale per me come per loro. Come amministratore io ho sempre cercato di stare ai fatti, senza mai puntare il dito.

Prima del coronavirus, aveva dato la sua disponibilità a ricandidarsi come sindaco. Questa vicenda le ha fatto cambiare idea?

Sinceramente questa storia mi ha toccato, ma mi ha dato anche più determinazione. Sarei un pazzo a mollare: ho tanti sogni da realizzare ancora. Ho un amore infinito per Mezzocorona. A volte esagero, ma sono davvero orgoglioso di essere il sindaco del mio paese e di quello che abbiamo fatto in questi cinque anni. Io mi metto in gioco: se sarò o meno il sindaco lo decideranno i cittadini. Però c’è una cosa, più in generale, che va detta.

Che cosa?

I sindaci si mettono in gioco per l’amore del proprio paese, ma non è facile: tutto è sempre più burocratizzato, ci sono sempre più rischi e anche gli uffici sono sotto pressione. Prima o poi i sindaci si stancheranno, tutti insieme, e consegneranno le chiavi dei loro comuni. C’è un sistema che sta ingessando i comuni e non è facile, non è facile per niente.

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