Quel lungo viaggio fino alle radici dei Taffelli

pieve di bono-prezzo. Nel circondario di Pieve di Bono – Prezzo, ma non solo in quest’area, la vera e propria saga dei Taffelli ha risvolti curiosi e pure inediti. Lo si deduce sfogliando un volume...


Aldo Pasquazzo


pieve di bono-prezzo. Nel circondario di Pieve di Bono – Prezzo, ma non solo in quest’area, la vera e propria saga dei Taffelli ha risvolti curiosi e pure inediti. Lo si deduce sfogliando un volume ricco di approfondimenti, dal titolo “La saga dei Taffelli nella Pieve di Bono”, un centinaio di pagine, steso a quattro mani e la cui diffusione è stata quasi... tenuta nascosta, si potrebbe dire quasi rigorosamente ristretta a soli parenti e amici del casato dei Taffelli. A mettere su carta rilegata un gran lavoro di ricerche e approfondimenti è stato Gianni Tagliaferri, affiancato dallo storico di Agrone, Antonio Armani. Quest'ultimo, spulciando su ingiallite pagine di storia, è riuscito a ricercare e riscrivere le realtà di una dinastia solida e in grado di fare scuola anche ai tempi attuali.

«Mentre Gianni si è procurato fotografie e atti legati al parentado, da parte mia – dice Armani - ho ricercato negli archivi comunali, parrocchiali, della Diocesi e dei frati francescani altri stralci utili a ricomporre e catalogare i vari passaggi generazionali».

Una ricerca certosina, protrattasi per più di due anni e che rivela come nella “filiera di famiglia” si riscontra la presenza di dottori, notai, farmacisti, preti, commercianti e... produttori di birra.

«Una prima notizia – avverte Armani - la si trova in una pergamena del 1488, stilata dal notaio Bonomo Aricocchi di Praso, in cui si nomina Domenico Zoanardis di Prezzo. Altre pergamene emergono nel 1500 e da queste trasuda la provenienza originaria della famiglia, riconducibile al territorio bresciano e poi accasatasi nella Villa di Prezzo. Persone da subito giudicate importanti, alle quali la gente del fondovalle, tra il 1700 e il 1800 , demanda affari, interessi e mestieri».

Nelle ricerche emerge che già nel 1700 quel gruppone si aggrega a Creto per svolgere l’attività di notai e di medici, poi nel 1800 per intraprendere il mestiere nel commercio. Lo sanno fare talmente bene che anche oggi ve ne sono tracce. Poi con l’emigrazione nel 1800 in Australia e in America del nord e con lo scoppio della Grande Guerra, li si vede protagonisti e poi profughi in Val di Rendena. Come si accennava alcuni svolgono l’attività di notai e di dottori, uno sopratutto è un benemerito: Giacomo Fortunato Taffelli, medico chirurgo e farmacista che nasce a Creto nel 1766, figlio del dottor Girolamo, originario di Prezzo, e di donna Maddalena. Uomo molto generoso, tant'è che dopo la morte lascia – per poveri e bisognosi della Pieve - una donazione a favore della costruzione dell’Ospitale con sede nell’ex convento dei frati carmelitani di strada.

«Altri invece - aggiunge Armani - intrapresero la carriera ecclesiastica: tra loro padre Giovanni Battista Taffelli, divenuto poi priore del convento dei carmelitani. Inoltre si racconta che nel 1857 Domenico Taffelli, contadino e sagrestano nato a Prezzo (da qui si riesce a documentare il libro con le fotografie), con i figli Vittorio sarto e Fedele falegname, scende a Creto diventando poi imprenditori, e le loro attività continuano tuttora».

Si termina con gli alberi genealogici e si scopre che alla fine del 1700 le famiglie dei Taffelli sono divise da due “scotum”: Gianol, derivato sicuramente dal nome Giovanni, e Voltolin, e qui qualcuno asserisce che derivi da Valtellina, dove la gente di Prezzo andava a raccogliere radici di genziana, ma si può presumere che derivi più facilmente da “voltura”, denominazione data alle pratiche di spartizione, visto che troviamo più di un componente che svolge il mestiere di colui che stima e stende gli atti delle spartizioni di campi e case.

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