Il mercato settimanale ha perso il suo fascino 

Storo, poco frequentate le bancarelle del sabato e il rosticcere va a Ca’ Rossa Molto più attrattivo l’appuntamento di Ponte Caffaro, meta di vere e proprie gite


di Aldo Pasquazzo


STORO. Il mercato del sabato a Storo non riesce proprio a decollare. Se poi il tempo non è al bello nemmeno ti accorgi che c'è fiera. Solitamente le bancarelle, spalmate lungo una cinquantina di metri o poco più, non sono mai più di dieci compresi i fissi Malcotti e i fruttivendoli di Ledro Lucia e Adolfo Borghini. Poi i bresciani della Valsabbia con calze e tapezzeria varia. Aggiungi pure l'Armando di Daone con spiedi e patatine m al di là di loro non si va. Si stenta a vedere clienti e pubblico a curiosare tra le merci, a chiedere il prezzo, ad acquistare qualcosa.

Forse in quelle ore a fare più affari sono i tre bar del vicinato: da Gemma, Luciano al Dolce Peccato che lavorano tra le piazze Unità d'Italia ed Europa.

Angelo Rasi è presidente del consiglio comunale ma sui mercati settimanali l'ex comandante della stazione carabinieri ha il polso della situazione. “Direi che forse è una questione di mentalità, la gente non riesce a comprendere e adattarsi. Le bancarelle propongono mercanzie utili di qualità e a prezzi convenienti ma a disertare sono i concittadini”. L’idea di trasferire l’area mercato nella centralissima Piazza Malfer ha solleticato l’interesse di qualcuno, ma davvero potrebbe fare la differenza? “Un tempo - aggiunge Rasi - le bancarelle erano dislocate di fronte al bar Pergola, lungo quella strada di penetrazione verso il Palas, ma anche allora il giro risultava ridotto forse ancora più di adesso. Comunque è difficile individuare la ricetta giusta per rivitalizzare il mercato anche perché a fare la differenza no sono gli ambulanti ma la gente del posto”. Di identico avviso anche la sua vice e da pochi mesi assessora Ersilia Ghezzi ora però alle prese con i mercatini natalizi. “Storo resta pur sempre il più popolato comune delle Giudicarie e resta inspiegabile che il mercato del sabato non dia riscontri positivi”.

Non è così nella vicina Ponte Caffaro dove la mattinata di martedì a fare provviste sono più trentini che bresciani. Da scampoli, jeanseria varia, pellame, frutta e formaggi ce n’é per tutti i gusti. Giungono persino da Roncone a fare compere. Dai coniugi Polana & Bertoni il paese è sempre ben rappresentato. Tra andare e tornare da Sella Giudicarie sono quasi una cinquantina di chilometri che da molti vengono affrontati come fosse una gita. “Per noi andare e venire da Ponte Caffaro è anche un modo per distrarsi e incontrare gente non solita” dice il popolare Marcello, un tempo primo agente di polizia locale a Roncone. «Poi una volta arrivati, al di là degli alimenti di giornata tra cui i formaggi bagoss e valsabbini, a Caffaro si trova sempre qualcosa di utile che interessa. Poi male che vada a poca distanza c'è il popolare Paolo Pasquì che dentro quei concatenati negozi ha di tutto. Se serve prepara pure dei piatti alla staffa cucinati in casa».

Ma di martedì a Storo c'è di nuovo una sola bancarella mobile dislocata però a Cà Rossa di Storo. Resta inspiegabile (ma forse non del tutto) che attorno a quel mezzo furgonato da Fabrizio dalle 11 in poi non solo è quasi impossibile trovare un posto auto, ma c'è un andirivieni di gente continuo. Lì gli storesi trovano il modo e il tempo di andarci a rifornirsi di rosticceria. A due passi c'è anche la coop e il gruppo Poli nonché due bar e un ristorante dove poter sostare e intrattenersi .















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