Predazzo, dibattito sempre vivace sulle seconde case

Predazzo. Si è ritornati a parlare dell’applicazione dell’art 55 della L.P. 6/2020 in consiglio comunale a Predazzo. In pratica si è trattato di formalizzare ciò che l’assessora all’urbanistica...



Predazzo. Si è ritornati a parlare dell’applicazione dell’art 55 della L.P. 6/2020 in consiglio comunale a Predazzo. In pratica si è trattato di formalizzare ciò che l’assessora all’urbanistica Chiara Bosin aveva già anticipato rispondendo, la scorsa seduta, all’interrogazione di Eugenio Caliceti, il quale aveva chiesto lumi sull’orientamento dell’amministrazione comunale circa le opportunità che la legge dello scorso giugno ha offerto, in deroga alla disciplina prevista dalla legge urbanistica provinciale del 2008 e per far fronte alla crisi economica conseguente al Covid-19, di trasformare il patrimonio immobiliare in alloggi per le vacanze. Questa possibilità è automatica se non interviene, entro il 20 dicembre, una delibera dei Comuni che escluda espressamente, come ha fatto il consiglio comunale di Predazzo con 3 astensioni, l’applicazione della nuova disciplina che prevede appunto, in assenza di tale delibera, la possibilità di trasformare in case vacanze il 10% del patrimonio edilizio esistente.

Ciò, è la premessa della delibera assunta dal consiglio, per tutelare il diritto dei cittadini all’abitazione ordinaria favorendo la costruzione di prime case e mantenendo la destinazione a prima abitazione di quelle esistenti. Una questione su cui il consiglio è sembrato unanimemente d’accordo nella sostanza, ma con alcune differenziazioni dei due consiglieri della lista “La Predazzo che vorrei” Leandro Morandini e Massimiliano Sorci e di Dino Degaudenz di “Predazzo bene comune” che si sono astenuti dopo una pausa di sospensione chiesta per consentire un breve confronto con gli altri tre consiglieri di minoranza, Igor Gilmozzi, Eugenio Caliceti e Massimiliano Gabrielli, che invece hanno votato a favore.

Interessante comunque il dibattito che ha messo in luce come per la minoranza si tratti sostanzialmente di una scelta “in difesa”. «D’accordo a bloccare l’automatismo – ha detto Caliceti che pure ha votato a favore – ma non sono sicuro che il Comune non possa prevedere nel Prg la possibilità di trasformazione delle abitazioni, purché questa possibilità sia governata dall’amministrazione comunale. Il problema – ha aggiunto – non è il numero di case vacanze, ma l’assenza di prime case».

Della necessità di una ricognizione per capire la portata del problema, ha parlato Leandro Morandini che ha ricordato come molte seconde case siano di proprietà di predazzani. In questa situazione, per alcune zone degradate, come via Dante, sarebbe dunque un’occasione anche la trasformazione parziale in seconde case. «Predazzo ha case sufficienti e di seconde case non ce n’è proprio bisogno» ha tagliato corto Paolo Preti. Gli ha fatto eco l’assessora Chiara Bosin che ha ricordato ancora una volta la previsione dei Piani attuativi (come il PR1 di via Dante, il famoso comparto) che consentono la realizzazione di prime case. Ma il tema è ancora quello sollecitato da Caliceti: se ci fosse un intervento diretto del pubblico sulla prima casa, investendo direttamente delle risorse, non ci sarebbe la necessità di bloccare la trasformazione di abitazioni residenziali in case vacanze. Il comparto di via Dante è lì che attende. F.M.













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