La “scandola” custode della storia 

Canazei, l’ha ritrovata Alfio Delmarco sul tetto della chiesa. Ora riposa nel museo



CANAZEI. Dal tetto della chiesa, dopo centovent’anni, è finita al museo, grazie alla scritta “Chi la trova si ricordi dei suoi antenati”, che, come un messaggio in una bottiglia, è stato raccolto e portato a destinazione. Questa è la storia di una scandola (che tecnicamente è una spaccatura di un tronco di larice da cui si ricavano pezzi piatti per ricoprire i tetti di montagna) speciale trovata - tra migliaia - dal fiemmese Alfio Delmarco, nel 1990, sul tetto della chiesa di Alba di Canazei, durante il suo restauro. «Stava per essere buttata - racconta Alfio - ma mi ero accorto che aveva qualcosa di particolare e sono riuscito a recuperarla».

Alfio, che allora era un carpentiere di 23 anni (ed è stato immortalato all’opera anche da scatti spettacolari dei fotografi Fabio Faganello e Giovanni Cavulli, pubblicati nel 2013 pure su questo giornale), ne ha fatta di strada nel campo del restauro dei tetti storici, tanto da aprire una sua ditta che compie interventi importanti anche oltre i confini del Trentino Alto Adige. Ma, solo di recente, è riuscito a portare a termine quel compito affidatogli dagli antenati, avendo notato l’iscrizione e la data del 1897 sul legno, lasciate da un collega dell’epoca. Delmarco l’ha custodita per tutto questo tempo, assieme a un’altra scandola e una “brea” (asse di legno) con iscrizioni storiche, e il 22 novembre scorso ha affidato il tutto al direttore dell’Istituto Culturale Ladino Fabio Chiocchetti, nonché agli esperti del Museo Ladino di Fassa che hanno subito catalogato la donazione. Non solo, la storia del ritrovamento, la sua custodia e la consegna al museo sono stati raccontati in un articolo del numero (fresco di stampa) del magazine “Fassa News” e anche in un video (che si può vedere sulla pagina facebook dell’Apt della Val di Fassa), grazie anche alla preziosa collaborazione dei Vigili del Fuoco Volontari di Pozza e di Canazei. «Non si tratta solo di un pezzo di legno, in questa scandola c’è tanta storia», dice Delmarco nel video.

La donazione al museo è stata apprezzata anche dal decano della Val di Fassa, don Mario Bravin che ha assistito alle riprese del video pure in qualità di pompiere. «Questa chiesa - precisa don Mario - è una delle espressioni più rappresentative dell’architettura sacra locale di un tempo. Sono passati ormai molti anni dal restauro del tetto e ora si evidenzia la necessità di una dipintura degli esterni. Speriamo che l’attenzione data al tempio con la scandola ci aiuti a trovare i fondi per gli interventi necessari alla chiesa».













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