Felicetti già risarcita, ora si attende la Cassazione 

Cavalese, i regolani hanno votato l’incarico agli avvocati Stella Richter e Nicolini Lo scario Boninsegna: «Fondato e doveroso tutelare l’operato della Magnifica» 


di Luciano Chinetti


CAVALESE. Come anticipato qualche giorno fa sul Trentino, la sentenza della Corte d’Appello di Trento che ha condannato la Magnifica al risarcimento del danno alla dottoressa Chiara Felicetti di Predazzo per il mancato rispetto degli impegni contrattuali, è approdata l’altra sera al Consiglio dei regolani. La sentenza di secondo grado, come è noto, è esecutiva e la Magnifica ha già provveduto al versamento della somma di 180 mila euro più gli interessi legali e le spese complessive di 19 mila euro per i due gradi di giudizio, oltre al rimborso delle spese generali al 15% alla ricorrente.

Il Consiglio dei regolani ha così deciso di promuovere il ricorso davanti alla Corte di Cassazione per la riforma della sentenza emessa dalla Corte di Appello di Trento ancora in data 9 gennaio di quest’anno. Il patrocinio legale sarà affidato al professor Paolo Stella Richter di Roma e all’avvocato Romano Nicolini Trento dietro ad un compenso complessivo stimato in 12 mila euro, oltre alle spese generali, all’Iva e le spese accessorie. Lo scario Giacomo Boninsegna ha sottolineato che non apparendo fondati i motivi che stanno alla base della sentenza di Appello è doveroso tutelare l’operato della Magnifica e presentare ricorso.

«Tutto era nato dalla famosa delibera del 21 dicembre del 2011- ha sottolineato lo scario - con la quale la Magnifica conferiva alla dottoressa Felicetti l’incarico per la predisposizione della documentazione necessaria ai fini del riconoscimento del museo - pinacoteca. Contestualmente le veniva affidato anche l’incarico semestrale di direttore del museo con la previsione di una proroga per i successivi 36 mesi in caso di accoglimento da parte della Provincia del riconoscimento del museo».

Lo Scario ha dato lettura anche della lettera dell’avvocato Paolo Stella Richter, il quale ritiene che la sentenza della Corte d’Appello presenta alcune incongruenze sulle quali far leva per riuscire ad aver ragione. La questione comunque è molto complessa e delicata. Lo Scario ha sottolineato poi anche il fatto che sarebbe stato materialmente impossibile riuscire ad ottenere il riconoscimento del museo per una serie di ragioni fra le quali anche la presenza di un organigramma completo con tutti i dipendenti. Il regolano di Panchià Renzo Daprà ha espresso la sua piena convinzione che è necessario fare questo ricorso in Cassazione poiché la questione del museo non poteva essere risolta come ha sottolineato la Corte d’Appello. Il regolano di Carano Giorgio Ciresa ha voluto mettere in chiaro in primo luogo il fatto che «in questa vicenda non è coinvolto l’attuale Consiglio dei regolani. Seconda cosa: in Italia non è sufficiente essere nella ragione, ma è necessario riuscire a farla valere questa ragione». Il consigliere Marco Vanzo di Daiano in fine ha avanzato un unico dubbio, se la Cassazione guarda solo la violazione delle norme o guarda anche altre cose.













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