La musica dei Pink Floyd per l’ultimo saluto a Nicola 

Tragedia di Ceniga, folla in chiesa a San Martino per il funerale di Marcabruni L’addio della sorella Katia: «Spero tu stia bene, eri buono ma lacerato»


di Katia Dell’Eva


ARCO. “So, so you think you can tell heaven from hell, blue skies from pain?” (“Quindi, quindi credi di poter distinguere il paradiso dall’inferno, i cieli blu dal dolore?”). Così comincia “Wish You Were Here” (letteralmente “Vorrei che fossi qui”), la canzone dei Pink Floyd scelta dagli amici di Nicola Marcabruni per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio verso l’aldilà. Un modo originale per salutare il feretro, mettendo in musica, attraverso le sonorità rock che Nicola tanto amava, le parole dello stesso don Franco Torresani, che ieri pomeriggio ha celebrato i funerali del 38enne scomparso la scorsa domenica.

«È difficile, tra i tanti “perché” che in questo momento affollano la mente, riuscire a scorgere la luce» - ha affermato infatti il Padre nel corso dell’omelia - «se di quella atmosferica, questi giorni di agosto sono pieni, più faticoso è invece trovare la luce nell’oscurità». Scindere il cielo blu dal dolore, come canterebbe la band britannica, «perché è proprio nel buio che la luce risplende. Perché è quando non brilla, che credo nel sole; è quando tace, che credo in Dio; è quando non lo sento, che credo nell’amore» - ha aggiunto. «Nonostante le difficoltà di una società che ci vuole sempre in competizione, a cui Nicola faticava a stare dietro, dobbiamo pensare, come insegna la vita di sant’Agostino, che si possa trovare la pace e che essa sia nel Signore» - ha concluso don Torresani. Una pace in cui confida anche la sorella, Katia, augurandogli buona vita, dopo aver aggiunto l’ultimo “bollettino meteo” a quelli che Nicola segnava puntualmente ogni giorno, secondo la tradizione del nonno Pio: «Venerdì 17 agosto: sole, tanto sole» - ha letto dunque, commossa. «E ora spero tu stia bene, perché eri un bambino buono, anche se triste e lacerato dai demoni. La tua salvezza, nei momenti più difficili, erano la musica a manetta e quelle che chiamavi le tue “amanti”, le due ruote. Sono al sicuro, in buone mani».

Proprio su una motocicletta, domenica scorsa, Nicola Marcabruni aveva perso la vita in un tragico incidente stradale, all’altezza di Ceniga. A ricordarlo e a stringersi alla famiglia, tanti amici, conoscenti e compaesani, che hanno affollato la piccola chiesa di San Martino e l’olivaia circostante. Un ultimo saluto tra il liturgico e il rockettaro, a cui ha preso parte anche don Dario, missionario fratello di Padre Saverio Torboli, la cui memoria era stata recentemente celebrata proprio dalla frazione arcense.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Il caso

Chico Forti lascia il carcere a Miami, rientro in Italia più vicino: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia. Lo zio Gianni: "Speriamo in tempi brevi"

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
IL PRECEDENTE Nordio: "Gli Usa non dimenticano il caso Baraldini"
COMPLEANNO Chico Forti, 64 anni festeggiati in carcere: "Grazie a chi mi è vicino" 
IL FRATELLO DELLA VITTIMA Bradley Pike: "E' innocente"

CASO IN TV La storia di Chico in onda negli Usa sulla Cbs