Loppio-Busa, reperti archeologici nello scavo 

La scoperta nel cantiere di via Sant’Isidoro ad Arco: dal terreno sono spuntati pezzi di mura d’epoca romana. Avviate le indagini della Soprintendenza di Trento


di Gianluca Marcolini


ARCO. Non è stata una vera sorpresa, almeno per gli archeologi che sono subito intervenuti a valutare l’entità del ritrovamento. La zona in questione, infatti, non è nuova a “sorprese” di questo tipo, come d’altronde buona parte del territorio altogardesano, e se non c’era quasi da aspettarselo lo si poteva, comunque, dare per probabile. In questi giorni, nel cantiere di via Sant’Isidoro ad Arco, dove sta per nascere il primo tratto della futura strada che collegherà l’Alto Garda alla Vallagarina (la “San Giovanni-Cretaccio”, come la chiamano i tecnici della Provincia, oppure la “Loppio-Busa”, stando alla denominazione più popolare) sono stati ritrovati dei reperti archeologici risalenti all’epoca romana.

Il ritrovamento è avvenuto nella campagna che si affaccia parallelamente sulla provinciale di San Giorgio, immediatamente a destra imboccando via Sant’Isidoro da via Aldo Moro, di fronte all’ingresso dell’Arcese Trasporti. I reperti per ora affiorano appena dal terreno, ma nei prossimi giorni gli archeologi che collaborano con la Soprintendenza per i beni culturali della Provincia riporteranno alla luce l’intero sito. Da un primo esame pare si tratti di una serie di manufatti d’epoca romana, dei pezzi di mura che tra l’altro presentano una sorta di rivestimento, uno strato di calce in superficie. L’ipotesi più plausibile è che ci si trovi di fronte ad una costruzione collegata ad un’area cimiteriale che era stata riportata alla luce, in passato, non lontano dalla zona in questione. Il ritrovamento del sito è avvenuto durante i lavori di preparazione dello scavo per l’opera viaria. Al momento i lavori di realizzazione della Loppio-Busa proseguono senza intoppi: l’area di cantiere è molto estesa e pertanto gli operai possono lavorare in altri punti lasciando, così, agli archeologi totale libertà di manovra. Certo, se l’area interessata dai ritrovamenti archeologici dovesse allargarsi ulteriormente allora le cose potrebbero complicarsi.













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