TESTIMONI / 10

Edith Stein, il sacrificio per il popolo

Chiese al Papa di fermare il nazismo. Non fu ascoltata. Morì nel lager di Auschwitz nel 1942. E' la patrona d'Europa


Vincenzo Passerini

La futura patrona d’Europa, Edith Stein, nell’aprile del 1915 è una giovane infermiera volontaria che assiste i contagiosi nel lazzaretto di Mährisch-Weisskirchen , in Moravia. Sono soldati malati di tifo e colera.  “Sono rappresentati tutti i popoli – scrive alla madre – : tedeschi, cechi, slovacchi, ungheresi, sloveni, romeni, polacchi, italiani, ruteni; c’è anche qualche zingaro e ogni tanto arriva un russo o un turco”.  Li lava, li cura, li ascolta. Si immedesima nel dolore dell’altro, chiunque esso sia.

Nata il 12 ottobre 1891 a Breslavia, allora Germania, oggi Polonia, in una famiglia ebrea osservante, Edith Stein, intelligentissima e ribelle, piantò il ginnasio, la famiglia, la fede ebraica. Divenne atea. Conseguì da privatista un paio di maturità. Andò a Gottinga a studiare filosofia, unica donna, col grande Edmund Husserl, col quale fece una tesi sull’empatia e che la scelse come assistente.

Siccome a una donna era preclusa la carriera accademica, se ne andò. Insegnò in un istituto magistrale. Il valore delle sue pubblicazioni filosofiche e il suo impegno nel promuovere il ruolo paritario della donna nella società la imposero all’attenzione dell’Europa. La invitarono in molte capitali. Sempre in cerca della verità, la trovò nel cattolicesimo, e vi rimase, senza lasciare l’ebraismo. Nel ’33 si fece Carmelitana scalza nel monastero di Colonia.

Lo stesso anno, dopo l’ascesa di Hitler al potere, scrisse una drammatica lettera a papa Pio XI e gli chiese di alzare la voce contro il nazismo: “Da settimane siamo spettatori, in Germania, di avvenimenti che comportano un totale disprezzo della giustizia e dell’umanità, per non parlare dell’amore del prossimo. …Tutto ciò che è accaduto e ciò che accade quotidianamente viene da un governo che si definisce "cristiano”… Questa guerra di sterminio contro il sangue ebraico non è un oltraggio alla santissima umanità del nostro Salvatore? Non solo gli ebrei ma anche migliaia di fedeli cattolici della Germania e, ritengo, di tutto il mondo da settimane aspettano e sperano che la Chiesa di Cristo faccia udire la sua voce contro tale abuso del nome di Cristo.”

Nessun esito. Rifugiatasi con la sorella Rosa, pure carmelitana, nel convento di Echt in Olanda, non sfuggì alla deportazione. Morì in una camera a gas ad Auschwitz il 9 agosto 1942. Giovanni Paolo II nel 1998 la proclamò santa e patrona d’Europa, insieme a S. Caterina da Siena e S. Brigida. La cattolica rimasta ebrea aveva detto alla sorella al momento della deportazione: “Vieni Rosa, andiamo a morire per il nostro popolo”.