Economia / Il caso

Famiglie Cooperative, disdetta del contratto integrativo: dura reazione dei sindacati

A oltre un anno dalle prime avvisaglie sulla "insostenibilità" del contratto, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs proclamano lo stato di agitazione su un nodo delicato che riguarda 1.900 lavoratori in Trentino. Oggi, sabato 4 maggio, i dettagli delle iniziative di lotta programmate

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TRENTO. I sindacati annunciano reazioni decise dopo che le Famiglie Cooperative hanno disdetto il contratto integrativo che riguarda 1900 dipendenti in Trentino.

Se la Cooperazione definisce da tempo insostenibile economicamente l'integrativo, i sindacati replicano proclamando lo stato di agitazione e con lo stop al lavoro domenicale e straordinario.

Oggi, sabato 4 maggio, le iniziative dei lavoratori saranno illustrate nel dettaglio in una conferenza stampa unitaria di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

Nell'autunno scorso, ottobre 2023, si era risolto il confronto fra le parti per quanto riguarda il pagamento degli arretrati relativi a scatti di anzianità e permessi: doveva essere la base su cui proseguire la trattativa per il rinnovo del contratto integrativo.

A fine marzo 2024 si era arrivati invece all'accordo per il rinnovo fino al 2027 del contratto nazionale nella distribuzione cooperativa, che in Trentino tocca 2000 dipendenti delle Famiglie e del Superstore.

Sull'integrativo trentino, invece, a quanto si legge, tornano le nubi scure di oltre un anno fa, quando la Federazione annunciò l'intenzione di disdire.

Già all'epoca, era il febbraio 2023, la reazione dei sindacati fu dura: “Abbiamo appreso con sconcerto della decisione della Federazione trentina della Cooperazione di dare formale disdetta del contratto provinciale di lavoro per i dipendenti delle imprese della distribuzione cooperativa. Fin dai prossimi giorni valuteremo quali azioni anche legali mettere in atto contro questa grave decisione”, replicarono i segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil del Trentino.

La Federazione, invece, aveva definito insostenibile quell'integrativo e ne auspicava un rinnovo a condizioni diverse: “Per continuare a mantenere attivo il servizio nei 360 punti vendita capillarmente diffusi in tutto il territorio trentino il sistema delle Famiglie Cooperative ha la necessità di trovare una formula di contratto integrativo provinciale sostenibile nel tempo e in particolare in questo tempo, caratterizzato dall’exploit dei costi energetici e dell’inflazione che ha conseguenze rilevanti sul bilancio di molte imprese”, aveva detto la vicepresidente Paola Dal Sasso.

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