«Volontariato, coinvolgere il mondo Neet»

Trento. Dal palco della XIXesima edizione della Conferenza nazionale dei Centri servizi volontariato (in sigla Csvnet), conclusasi ieri all’hotel Trento e alla quale hanno partecipato oltre 400...



Trento. Dal palco della XIXesima edizione della Conferenza nazionale dei Centri servizi volontariato (in sigla Csvnet), conclusasi ieri all’hotel Trento e alla quale hanno partecipato oltre 400 delegati provenienti da tutta Italia, è intervenuto Stanislao Di Piazza (M5S), sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali del governo Conte bis. Premette che «è necessario far capire bene a tutti quello che fa il volontariato perché molte cose non si sanno e, ancora di più, far comprendere che fare del bene gratuitamente fa bene alla società». Ma al di là di questo, il sottosegretario – in dialogo con Stefano Tabò, presidente nazionale Csv – chiede al mondo del volontariato di “coinvolgere il mondo dei Neet”, cioè di quei giovani tra i 15 e i 29 anni, ma che secondo alcuni indicatori può arrivare fino ai 35, che né studiano né lavorano. E che, in Italia, fanalino di coda in Europa, sono oltre 3 milioni, il 28,9% del totale, ben distante dal 16,5% di media dell’Unione europea. Di Piazza ha poi detto che «in collaborazione con il volontariato va studiato un sistema premiante comprensivo di defiscalizzazioni, decontribuzioni e aiuti anche favorendo il “coinvolgimento” dei risparmi privati messi in banca a favore di imprese che operano per il bene comune e il volontariato. Stiamo iniziando, ad esempio attraverso l’emissione, da parte degli istituti di credito autorizzati, dei Titoli di solidarietà previsti dalla riforma, approvata, del Terzo settore attraverso il nuovo Codice».

Dal canto suo, Tabò si è detto “preoccupato” per un aspetto, soprattutto. «Il volontariato si caratterizza per la gratuità, per l’esercizio a favore del bene comune – ha detto – Non può essere una fonte di reddito». «Dobbiamo discuterne, bisogna lavorarci – ha replicato Di Piazza – Certo l’obiettivo è il bene comune ma che può essere il fine anche di un’impresa no profit e di chi ci lavora. È però necessario vigilare molto perché c’è chi può cercare di approfittarne».

Tra i maggiori finanziatori dei 62 Csv sparsi per la penisola e che hanno l’obiettivo di far crescere e promuovere il volontariato attraverso l’offerta di servizi e iniziative, c’è l’Acri, l’associazione delle Fondazioni e delle Casse di risparmio presieduta dal “trentino” Francesco Profumo. Eroga 40 milioni di euro all’anno ai Csv, 530mila a quello trentino (140 soci) attraverso il Fun (Fondo unico nazionale). L’”esercito”, complessivo, degli oltre 5 milioni e mezzo di volontari italiani, che operano in tutto il mondo, può esercitare la propria gratuita anche perché alle spalle c’è un’organizzazione e una logistica che non sono a costo zero. PA.PI.













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