Violenza davanti ai figli, il manifesto diventa un caso 

L’interrogazione. Il consigliere Maschio (M5S): quel disegno atto d’accusa contro i padri Zannini: «Va bene così, violenza maschile un dato di fatto». Ma la Provincia pensa a modificarlo



Trento. A poco meno di un anno di distanza, torna nell’aula del consiglio comunale di Trento la discussione sul manifesto della Provincia di sensibilizzazione su un tema delicato come quello della “violenza assistita”, ovvero gli episodi violenti cui i bambini sono costretti ad assistere tra le mura domestiche. Il 29 gennaio scorso era stato il consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Maschio a porre il problema. Secondo Maschio dal manifesto (che pubblichiamo a fianco) emerge un messaggio univoco, con il maschio come unica fonte di violenza in famiglia. Un ragionamento, quello del consigliere pentastellato, che aveva trovato più di una sponda, anche nell’assessora Mariachiara Franzoia, che in aula aveva in parte appoggiato le istanze di Maschio. Da allora, però, nulla è cambiato e il manifesto continua ad essere esposto nei luoghi pubblici. Per questo motivo il consigliere comunale ha deciso di tornare alla carica, presentando nuovamente un’interrogazione per chiedere se sono stati fatti passi avanti.

In verità pare che la Provincia stia lavorando per rivedere il manifesto, rendendolo più “neutro”. In particolare sarebbero state modificate le ombre che rappresentano un maschio in atteggiamento aggressivo nei confronti di una femmina, rendendo le due figure prive di connotati che rimandano ad un uomo piuttosto che ad una donna.

Jacopo Zannini, consigliere comunale de “L’Altra Trento a Sinistra”, promette già battaglia per non toccare il manifesto: «La violenza degli uomini contro le donne è un tema scottante su cui si deve prendere posizione netta senza cercare una pericolosa neutralità - argomenta Zannini - È vero, esiste anche una violenza contro gli uomini ma la maggior parte delle volte sono altri uomini a portarla avanti, lo dicono chiaramente i dati Istat sulle molestie sessuali. Su questo tema io credo che il manifesto utilizzato dal Comune di Trento, che la Provincia intende sostituire, sia invece corretto e non demonizzi la figura maschile ma prenda atto del modello culturale dominante patriarcale che va stigmatizzato», conclude il consigliere comunale.

Anche Arcigay del Trentino, nei giorni scorsi, ha stigmatizzato la battaglia di Andrea Maschio: «La proposta di modifica al manifesto sulla violenza assistita avanzata con forza dal consigliere Andrea Maschio», è per Arcigay un esempio della deriva machista anche in Trentino.













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