Passaparola o cooperative: modi (e rischi) di scegliere la badante 

Il Caso della settimana. Il consiglio di qualche amico o le indicazioni di altre donne restano il sistema più diffuso Ma attenti alle agenzie di somministrazione: senza registrazione potreste ritrovarvi coinvolti in indagini di caporalato 


Luca Petermaier


Trento. Per la scelta di una badante il passaparola rimane ancora oggi il sistema più diffuso in Trentino. Il consiglio di un amico o la dritta di un’altra badante si confermano l’”ufficio di collocamento” più semplice e immediato. Ma negli anni, accanto al passaparola, sono cresciuti tutta una serie di altri soggetti o strumenti che svolgono una sorta di intermediazione tra le famiglie e le badanti. I benefici sono stati tanti, soprattutto in termini di professionalità del servizio e di emersione del lavoro sommerso. Ma accanto agli aspetti positivi vanno registtrate anche situazione di potenziale illegalità.

Le agenzie

Le agenzie di somministrazione assumono le badanti e poi le inviano alla famiglia richiedente. Il cliente (la famiglia) ha rapporti economici e contrattuali solo con l’agenzia, non con la badante. Il fatto è che può accadere (ed è successo anche in Trentino, come ha avuto modo di scoprire il Servizio Lavoro della Provincia) che nascano e si propongano sul mercato agenzie non autorizzate a svolgere il servizio di somministrazione in quanto non registrate negli appositi elenchi a livello nazionale. La mancanza di autorizzazione e di iscrizione rende illegali le agenzie e la loro attività. Ne consegue che anche la famiglia che ne utilizza i servizi rischia di ritrovarsi coinvolta in grossi guai qualora emergessero casi caporalato o di sfruttamento.

Le Cooperative

Alternative alle agenzie sono le Cooperative (ce ne sono diverse in Trentino). Il sistema è più o meno analogo alle agenzie: la famiglia si rivolge alla cooperative che - in base alle richieste - individua la badante più adeguata. Rispetto alle agenzie, però, c’è una differenza non da poco: il contratto di lavoro è tra la badante e la famiglia. Ciò significa che la Cooperativa fattura alla famiglia soltanto i servizi “burocratici” svolti (oltre alla ricerca di personale) mentre lo stipendio è pagato direttamente dalla famiglia alla badante. Questo esclude (o rende meno frequente) il rischio di raggiri a danno della lavoratrice o casi di vero e proprio caporalato. Un caso di cooperativa sociale operante in Trentino che utilizza questo sistema è quello della coop “Le Farfalle”, associata a Federcoop e attiva da sette anni: «Noi ci avvaliamo di una nostra società di ricerca personale e abbiamo accordi con il Cinformi che ci segnala le varie disponibilità a lavorare» - spiega Barbara Minelli. Alle nostre donne offriamo assistenza ma anche corsi di formazione, mentre alla famiglie garantiamo la badante più adeguata alle loro necessità. In realtà noi le chiamiamo “badanti” ma sono diventate a tutti gli effetti assistenti famigliari di serie A che sostengono le famiglie al posto del welfare pubblico che è assente e quando c’è è molto più costoso di noi».

Il Registro e lo sportello

Altro possibile sistema di reclutamento delle badanti è quello del “Registro provinciale delle assistenti familiari”, istituito dalla Provincia. Al Registro si possono iscrivere liberamente le badanti (rendendo pubblico il numero di telefono) per far conoscere alle famiglie la propria disponibilità. Ad oggi risultano iscritte 362 persone, di cui solo 22 uomini. È poi attivo presso il Cinformi uno specifico sportello che offre informazioni e orientamento nell’ambito dell’assistenza familiare. Allo sportello si possono rivolgere sia le persone immigrate già impiegate nell'ambito dell'assistenza familiare sia le famiglie trentine che hanno bisogno di informazioni sul rapporto di lavoro domestico.

I Caaf

Nel mondo del reclutamento delle badanti giocano un ruolo anche i Caaf. Ai centri si possono infatti rivolgere le famiglie che intendono regolarizzare il rapporto di lavoro ottenendo informazioni sulle condizioni contrattuali da applicare.

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