Meleti al posto del bosco Ville d’Anaunia si ribella 

Petizione del Comitato per il Diritto alla Salute contro il progetto già approvato dal Comune, che riguarda 24 mila mq di un’area adiacente al parco “Splazoi”


di Giacomo Eccher


VILLE D’ANAUNIA. «Il Comune di Ville d’Anaunia “regala” 24.000 mq di bosco intorno al parco “Splazoi” sulla strada per il Malghetto di Tuenno per piantare nuovi meli! È vergognoso ed un precedente gravissimo che anche i boschi pubblici vengano abbattuti e trasformati in meleti… in tempi in cui c’è carenza d’acqua. Facciamo sentire la nostra voce!». Questo l’appello lanciato dal Comitato per il Diritto alla Salute (Cds) in valle di Non che per bloccare il progetto (autorizzato in via “politica” dal consiglio comunale lo scorso 10 luglio) ha lanciato una petizione. Petizione ovviamente riservata solo ai residenti nel comune di Ville d’Anaunia, nato poco più di due anni fa con la fusione tra gli ex municipi di Tassullo, Nanno e Tuenno. Il progetto, predisposto dal Consorzio di Miglioramento Fondiario (Cmf) di Tuenno, prevede il riordino e la bonifica dell’area a meleto adiacente al parco pubblico “Splazoi” e del bosco del “Ciaretar”, lungo la strada che conduce al Malghetto di Tassullo: 20 ettari di nuovi meleti con il disboscamento di 24 mila metri quadrati, sul catasto di Tuenno e in minima parte su quello di Tassullo.

La petizione - che si può sottoscrivere mettendosi in contatto con il Cds - ricorda l'importanza del parco Splazoi, delle località Ciaretar e Malghetto con relativo percorso didattico per attività ricreative. Viene anche richiamata l'importanza del bosco per il paesaggio, la sicurezza idrogeologica, la depurazione di aria e acqua, la funzione di serbatoio idrico, la biodiversità e si sottolinea quella che appare una elementare contraddizione, l’acqua insufficiente per irrigare gli attuali meleti e il tentativo di allargarne la superficie destinata ad un’agricoltura intensiva che ha “fame d’acqua”. Si sottolinea infine come la trasformazione di un bosco pubblico in un frutteto privato costituisca «un pericoloso precedente a vantaggio di pochi», e che «ulteriori sacrifici di bosco diminuirebbero la già compromessa biodiversità dell'ambiente, l’attrattività e le potenzialità turistiche ed economiche del comune».

Quanto alla ventilata destinazione biologica della nuova bonifica, i promotori della petizione stigmatizzano il richiamo al “bio” come grimaldello per ottenere nuovi terreni da destinare alle mele. Non sarebbe meglio invece iniziare a convertire al biologico frutteti già esistenti invece che “bonificarne” di nuovi a scapito del bosco e di un ulteriore produzione di mele che rischia di diventare, se non lo è già, troppa? Un allarme quello del Cds che suona anche come una messa in guardia della cittadinanza di Ville d'Anaunia verso altri progetti, che sarebbero allo studio da parte di altri Cmf (Nanno e Tassullo?) per nuove bonifiche “bio” per allargare ulteriormente i terreni coltivati a mele a scapito dei boschi pubblici. Per la cronaca, dopo il via libera “politico” a maggioranza del consiglio comunale, anche la Commissione tecnica forestale si è pronunciata per il sì al progetto di riordino fondiario di 8 ettari proposto dal Consorzio di miglioramento fondiario di Tuenno in località “Val Granda”. Con la raccomandazione di ampliare la zona a bosco verso l’area ricreativa in località Splazoi, allontanando di fatto i frutteti esistenti.

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