Il caso

Manifesti shock con cadavere, la Procura chiede l’archiviazione per il partito di Eva Klotz

“Inopportuno ma voleva essere una campagna provocatoria, non un’offesa ai medici”



BOLZANO. La Procura di Bolzano ha chiesto l’archiviazione per gli esponenti della Sud Tiroler Freiheit riguardo al manifesto manifesto shock con un cadavere (e la scritta “Il medico non sapeva il tedesco”) ideato per denunciare il problema del mancato rispetto del bilinguismo nel sistema sanitario altoatesino. 

A presentare la querela contro il partito di Eva Klotz era stato l’Ordine dei medici altoatesini. 

Per la Procura il manifesto sotto accusa “si pone al limite della continenza espressiva”.  Alla base della richiesta di archiviazione – spiega il procuratore – “vi è il necessario bilanciamento tra i diritti costituzionali, quello alla libera manifestazione del pensiero e il principio di pari dignità di tutti i cittadini”. La Procura ha ritenuto che il manifesto, “seppur di dubbio gusto e inopportuno, non fosse diretto a veicolare un messaggio offensivo della reputazione dei medici ma a rappresentare la morte del diritto all’uso della lingua nell’ambito di una campagna politica fortemente provocatoria e finalizzata a suscitare un dibattito”. 













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