Il rigore del Milan «gela» Twitter del don bianconero

Daniele Laghi, parroco in Val dei Mocheni, è attivissimo sui social network «Seguo ciclismo e Juventus ma con il Milan troppe provocazioni e allora...»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. La maglia della Juventus indossata con disinvoltura ed ironia sopra il clergyman. Abito religioso e divisa, se vogliamo tutto bianconero, per il sacerdote impegnato, e non solo per svago, nello sport: lui è don Daniele Laghi, parroco in valle dei Mocheni, delegato vescovile nel Csi, nonchè attivissimo comunicatore con i mezzi che i tempi odierni mettono a disposizione, i social network su tutti. E su Twitter, vedi a lato, il sacerdote esprime anche del sano tifo.

Allora don, il rigore che ha condannato la Juve a San Siro non l’è proprio piaciuto?

«Veramente la partita l’ho seguita solo alla radio. Tornavo dagli esercizi spirituali che si sono svolti in Toscana nel fine settimana. Non è neanche stata la gara ad indispettirmi, quanto i commenti dei miei follewer su Twitter che continuavano a canzonarmi. Per evitare che la storia durasse troppo a lungo ho scritto, scherzando, che era meglio finirla lì per non cadere nel linguaggio scurrile».

Lei è conosciuto soprattutto per essere il padre spirituale dei ciclisti, non è che adesso le due ruote hanno ceduto il passo al pallone?

«No, no. Il calcio lo seguo meno anche se sono juventino sin da piccolo, visto che tifava per questa squadra già mio papapà. Al ciclismo mi sono avvicinato più recentemente, due o tre anni fa, e vi ho trovato amici validi ed un ambiente che, nonostante le difficoltà che ha attraversato, ha tutte le possibiltià per riprendersi pe molto tempo a venire».

Lei è parroco ma nel tempo libero segue appunto le gare. Da poco ha anche un ruolo ufficiale, delegato vescovile nel Csi, proprio per lo sport.

«Sì l’attività pastorale è chiaramente al centro dei miei impegni, anche se qualcuno vedendomi sui giornali e sui social network qualche volta pensa il contrario».













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