Delirio Cr Pergine Santuari taglia la fatidica retina

Basket: la squadra di Russo promossa in Serie C2 Camera monumentale, lascia “Ciccio” Paoli


di Daniele Peretti


PERGINE. Pergine in C2: un sogno inseguito per sette anni e troppo spesso sfumato proprio nei playoff; ed una promozione, con una dedica unanime. Solo per il presidente Dimitri Santuari, da sempre l'anima ed il cuore della società, sempre in palestra, sempre a fianco della squadra o meglio di tutte le squadre della CR Pergine.

«Per noi giocatori la soddisfazione è grande, ma a meritarsela più di tutti è la società che ha fatto tanto e per la quale è il primo risultato importante della sua storia».

Parola di Andrea Camera, protagonista assoluto di questi playoff: la sua esperienza sarà utilissima anche il prossimo campionato. Chi invece lascia ,è il centro Paoli per tutti “Ciccio”, cresciuto nell'Aquila Basket, poi in serie B a Rovereto, per diventare una colonna di questo Pergine: «Ho cominciato a giocare nel '92 ed è arrivato il momento di smettere e lo voglio fare dopo questo importantissimo risultato. In C2 non ci sarò come giocatore, sono felice così. Abbiamo centrato un obiettivo inseguito da anni e mi piace essere ricordato come uno dei giocatori protagonisti della promozione».

E il presidente? Raggiante, “fradicio” di spumante e quando compie il classico gesto del taglio della retina, l'emozione è alle stelle: «Che dire? Per anni l'ho visto fare agli altri e finalmente è toccato a me. Mi ha fatto piacere che i giocatori mi abbiano lasciato il posto. Questa retina vale più di qualsiasi trofeo».

E' vero. Perché Dimitri Santuari se la metterà al collo per tutta la durata della festa sul parquet: una simbolica medaglia portata con orgoglio, tanto orgoglio.

Per coach Russo, obiettivo centrato al secondo tentativo: «Tutto il merito è della squadra, che è stata disponibile ad allenarsi anche nei giorni di festa, che si è aiutata e spronata - spiega il tecnico della squadra perginese -. Abbiamo avuto dei momenti difficili, conseguenza degli infortuni, ma siamo stati bravi a non mollare, a restare concentrati».

Se per Pergine è un debutto in serie C2, per Gardolo sarebbe stato un ritorno. Ma in campo troppa è stata la differenza tra le due squadre e gli sconfitti riconoscono i meriti dei vincitori, pur con un piccolo accenno polemico: «Complimenti a Pergine che è stata più brava di noi ed ha giocato un basket più fisico, anche per concessione degli arbitri - spiega amareggiato l’allenatore trentino Caracristi -. Non per trovare una scusa, però trovo assurdo mandare un arbitro giovane ad arbitrare una finale playoff. Le occasioni per fare esperienza devono essere individuate durante la stagione e non quando si decide il campionato».

Al Gardolo bisogna anche riconoscere che ha giocato questi playoff, condizionato dagli infortuni (senza Rodler, il play titolare, e in gara-3 praticamente senza esterni), ma ha fatto tutto quanto era possibile fare per sovvertire l’esito della serie di finale.

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