il caso

La Corte di giustizia dell'Ue boccia il rinnovo automatico delle concessioni balneari

"Devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente"



BRUXELLES.  "Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente". Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue esprimendosi su una vertenza che coinvolge l'Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato e il comune di Ginosa (Taranto).

"I giudici nazionali e le autorità amministrative" italiane "sono tenuti ad applicare le norme pertinenti" del diritto europeo, "disapplicando le disposizioni nazionali non conformi", aggiunge la Corte. 

Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia, attacca: "Dissentiamo dal contenuto della sentenza, ma ne prendiamo atto, crediamo, però che il grande tema emerso dalla sentenza sia la questione della definizione della mappatura delle aree demaniali, lacuali e fluviali, cioè della valutazione sulla risorsa disponibile del demanio marittimo. La Corte Ue, infatti, demanda agli Stati membri, nel nostro caso all'Italia, la definizione dei criteri per verificare l'eventuale scarsità delle risorse territoriali, ed in tal caso ridefinire le modalità per la rassegnazione delle concessioni balneari" spiega Maurelli, che ora chiede al governo di proseguire con speditezza alla determinazione della mappatura dei beni demaniali come afferma la sentenza Ue. "Siamo certi che il governo avrà la sensibilità, quanto prima, di convocare le associazioni al tavolo interministeriale per individuare quei criteri fondamentali ed avviare la riforma organica delle concessioni. Ribadiamo, inoltre, la necessità che i comuni attendano le risultanze della mappatura e le direttive dallo Stato e dalle Regioni, affinché si arrivi senza situazioni caotiche a disciplinare le fasi di attuazione della legge sulla concorrenza" conclude.









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